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E troveremo una linea di confine
che andrà bene per entrambi
e che non potremmo oltrepassare,
un po’ come l’orizzonte che
separa il mare e il cielo,
i quali si amarono talmente
che ancora oggi si rispecchiano l’un l’altro.
Cercherò di avvicinarmi a te
come fa il sole,
il quale si tuffa
convinto di
poter toccare le acque.
Urlerò il tuo nome
anche quando non ti vedrò più,
rispettando i miei confini
senza invadere i tuoi.
E troveremo un accordo
per le parole che potremo dirci
quando saremo di fronte a noi stessi
e per gli sguardi nascosti che
vorremo scambiarci.
Ma forse non servirà dirci nulla
e lasciare che la notte cali su di noi,
come sul cielo e sul mare
una volta tramontato il sole.
E ci avvicineremo nel buoio
delle nostre colpe e delle nostre passioni
e impetuosamente,
proveremo nuovamente ad essere una cosa sola,
come le onde si innalzano sino a toccare le stelle,
ricadendo verso il basso come le lacrime che sento scorrere sulle tue guance,
per poi ristabilire la linea di compromesso che ci siamo imposti.
E sorgerà nuovamente il sole
il quale, ignaro delle nostre notti, solcherà indisturbato i mari
e rischiarerà i cieli.

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10 Comments

    1. danstival
      danstival

      Ti ringrazio molto e sono in accordo con te! Molto spesso mi sono chiesto se esistesse una “regola” uguale per tutti, ma sono giunto alla tua stessa conclusione: esistono spazi propri che hanno tutti uguale importanza in un rapporto.

    1. danstival
      danstival

      Ti ringrazio tantissimo! Hai perfettamente ragione: attraverso questa poesia, il mio obiettivo era quello di scavare nel passato di ogni lettore e far rivivere un’emozione travagliata ma che conserva comunque la sua bellezza.