I. Luce nuova
È quasi ora
che il ricordo di noi
mi riporti un pezzo di te
già infisso nel cuore.
Come membro nuovo
del mio corpo forte
che incontrando te
ha brillato di nuova luce.
È quasi tempo di verità?
Luci nuove ci ricongiungano,
luci di una nuova forza
per abbattere le ombre
che ci separano.
II. Accade
Accade e sembra un sogno
che la luce del tuo viso rimane
nel cuore di chi è stato preso
dalla meraviglia.
Stupore che è amore,
ma ancora non lo sa.
Poi ci si accorge quanto è bella
la persona che si è avuto
davanti,per colmo di fortuna.
E diventa importante,
familiare in un istante.
Non come se la si conoscesse da tempo:
ma come se fosse essenziale
saperne ancora, come se fosse
davvero parte di un te che ti sembra migliore
del te che eri. E invece non sei tu a esser
cambiato: è lei che fiorisce,
nutrita dall’amore dei tuoi occhi.
Occhi mal visti, riparati da stanchezza
mai prima tanto grave all’animo:
preludio all’angoscia di attese
ma non prodromo certo di sventure.
Occorre che si rifletta per non perdere
l’equilibrio di essere adulti:
ma già quando arriva l’amore
si è inevitabilmente infantiliti
torna di colpo una gioventù.
con una forza in più,
data dalla determinazione a rincorrerla
(temendo di perderla)
si ha anche una debolezza grande:
come se perdendo lei
franasse di colpo tutta la terra
sotto ai piedi, come se il mondo
fosse niente, come se ormai lei
fosse tutto: è solo una persona
tra tante, eppure è unica pure.
Ed in mezzo alla tua grandezza
ragazza amata
mi perdo, forse mi trovo:
ma cerco appigli come tu fossi in fuga
perenne, da me, da tutto…
Questo pure quando tu sei immobile,
intenta a fare quel che fai sempre:
l’innamorato non ha fatto altro
che coglierti nella poesia di vederti viva.
Esisti come raggio di vita
Esiste un raggio di vita piena
che va da te a me, da me a te:
è pura essenza di noi.
In tua assenza, si spegne invece
questo alito acceso per caso,
questo soffio di calore umano.
Ecco perché tu sei piena di vita:
perché si veda chi sei
perché ti si senta quando sei vicina
perché emani sempre luce e forza.
Hai voce di paradiso, mi prendi per mano,
disegni coi tuoi passi percorsi in fuga da te,
mentre è te che cerchi; ti prendi più cura tu
d’altri, che non di te, come se tu non avessi
che da dare, quando meriti d’avere.
Sei tu, stella speciale che brilli di puro amore.
III. Privazione
Mi innamorerei
di che mi fa sentire speciale
ma senza te
credo rimarrebbe ben poco
Eppure attorno avrei un mondo,
questo,che è anche il tuo,
con mille e mille tesori naturali.
Non sarebbe tutto che niente.
Ecco quanto vali:
tanto che se non ci fossi
starei privato di troppo
e mi avvizzirei come la pianta
morente che il tempo distrugge.
Vorrei baciarti ancora,
ebbro del tuo odor pulito,
dell’empatia con la tua bontà.
Vorrei i tuoi baci, piccole gocce
d’amore dal vago sapor roseo,
fortunato come pochi a saper
di che sanno, come gustando
un dolce sapore unico, femminile.
IV. Quei baci
Quei baci, quasi rubati,
ma ricevuti e resi, generoso dono,
li ricordo e non so quanto valgan per te.
Sono sempre là, dove sei? O persi
nel tempo trascorso, fan ch’io diventi
nessuno; e nessuno potrei sentirmi
se non sono più dove fu il primo abbraccio,
quando siamo stati due, senza chiederci
quando e come non sarebbe stato più.
Vorrei riabbracciarti,
stretto a te con leggero tocco,
ma con ferma presa come se
mai volessi vederti andar via.
Prenderti come se mano nella mano
fossimo un solo essere, vittime forti
di circostanze ancora a venire.
Vorrei saperlo che vogliamo davvero.
E vorrei ritrovarti,
diversa o uguale a com’eri.
V. C’eri,ci sei
Amore,
quando arrivasti
fu un giorno come tanti
e fu pure un giorno speciale.
(Senza attese arrivate quindi, ragazze,
già donne,o presto donne
e venite dal paradisiaco mondo
della gioventù potente).
Io non più giovane, ma quasi ancora,
mi risveglio ai tuoi complimenti:
son parole nuove mai sentite,
echi vivi della tua anima pura.
(E non so se son confessioni vere,
o parole figlie di un gioco estivo:
ma son parole che fanno bene.)
Fingo di non sentire? No, camminando
mi distrae la strada; ma ti vedo sorridere
serena, già stanca per troppi passi dietro me.
Grazie, amore : vieni dal mio territorio,
ma vivevi nascosta nella tua casa,
per le tue vie, lontane dalle mie.
Grazie, amore: per aver corso tanto,
per aver lottato con la tua bellezza,
per aver scelto quando io mi fermavo.
Se per le future vie a volte cammineremo
ancora, sarà non per caso, ma ancora
perché ti sei ricordata di un sentimento
che fu, che c’è, che vive sordo e forte.
Non arrenderti: le strade sono molte,
i giorni giovani son pochi, ma se vuoi
io sono la stessa persona sempre;
non mi troverai con una maschera,
solo tra altra gente forse.
Mille volte vorrei stare a casa,
un milione di volte vorrei stare con te.
Anche più. Ma non vorrei calcolare
quanto rimane dei migliori giorni futuri.
2.
Tu sei.
Misteriosa,
nata dall’humus dei tuoi segreti
la mia ricerca affannata di te.
Fingi mistero?
Probabilmente giochi.
È che, ragazza, fai bene a essere
in parte infantile: offri conforto,
esprimi parte della gioia nuova
che non puoi reprimere,
mi chiami, ma non sai con che voce.
Tu, occhi di sole,
apri il tuo viso al cielo, respiri, cammini!
Tu, labbra mie d’amore,
senti ancora il tempo nemico dietro noi
ma con più coraggio di me
dai calci alle convenzioni, fai tuoi dei passi.
Io che non capisco tutto.
Io che non so che offrire in cambio.
Io che saprò poi del tuo valore.
Tu, viso di luna,
tu che mi hai preso il cuore
non aver fretta a ridarmi una libertà
che non chiedo: non è persa,
e neppure la tua, vi è solo sopra
una timida ipoteca, tenace, che non pesa.
Tu, come mattina mi rapisci parte dei giorni
pure quando non ci sei! Tale è la pena
nel pensiero, quando si disegnano
senza volere costanti tratti del volto di lei.
(Come un fantasma buono, ma che appare
ora tristemente, ora bellamente).
Io che non sono più come prima,
pur essendo sempre lo stesso.
Tu che sei sempre la stessa,
ma che pari valer più di ieri.
Passeranno i giorni. Voleranno le ore,
saprai esser forte come mai,
saprai gestire di più le tue debolezze,
muovendo passi nuovi
nei quotidiani ritmi, nelle notti dopo.
VI. Tu, come un dono
Tu sei splendida forma
la tua voce è succo di natura
la tua mente è piena di sapori nuovi.
Tu sei meravigliosa.
Come un fiore pulito, rorido di rugiada
liquido d’un pianto festoso
dato dal manto della sera.
Sei come una pianta che dà ossigeno.
Sei come luce che dona maggior vista.
Sei come festa nel cuore.
Miracolo premuroso, dono della vita.
Fantastica creatura, essere splendente.
Occhi miei, avete visto uno spettacolo
unico al mondo; cercate ancora di bearvi
di quel viso, di quella figura, di quel corpo
cresciuto con perfezione, di lei!
Che splendida ragazza, che dice che ce ne
son tante, e non capisce che come lei
non ce ne sono. Non vede coi miei occhi.
Potrei sbagliarmi? Un intuito ho seguito,
a dirmi che tu fossi più di che credi.
I fiori ti festeggiano coi loro vari profumi,
i loro colori variegati son come le sorprese
riservate a chi fortunato ti ascolta.
Camminerei con te per lunghi giardini,
verdi come i tuoi occhi, che a me appaiono
verdi e grigi, ma nessun grigiore voglio in te.
Auguro ai tuoi occhi di veder tante cose belle,
e di scorgere niente di ciò che sia brutto.
Come auguro a me di rivedere te.
VII. Se lei fosse mia
Se lei fosse mia, l’amore
mi parrebbe eterno.
Sarebbe come se fortuna
mi mandasse un bacio prezioso.
Se lei fosse mia, lei sarebbe
occupata volontariamente
per una scelta generosa
che non so come chiedere.
Se lei fosse mia, avrebbe rinunciato
per me in parte a esser solo sua,
privandosi per me di buona parte
della sua libertà. L’amore femminile
è tanto forte per permetterlo?
Mai credere di sapere (se non siamo loro)
quanto forte è il potere di esser femmina.
VIII. La traccia
Ti amo
come una carezza
che ti sorprende
Disegno una traccia
che ti avvolga
con un tepore che ti protegga
Mi sorprendo
tra le note del tuo abbraccio
finché una finestra s’apre
sull’orizzonte che sogni
da tempo.
Da dipingere con le ali
del tuo petto, in una sfida
da vincere. Aspetto sempre
che questo manto ti sfiori presto,
e che dove vuoi ci conduca.
IX. Saggezza femminile
Esperimento di vita
incontrarti
Poi si scende in affanno
dopo la tua sparizione:
eppure da qualche parte ci sei.
Ridotta ai minimi termini
la relazione che non vuoi
è una storia d’amore:
l’hai spesso pensata, voluta:
ora eccola, e ti spaventi.
Così sembra: in realtà forse credi
che l’amore esista, ma che non importa
se nella vita non ci aiutan tempo e spazio.
X. Momento
Ancora qualche passo
per raggiungere
un vortice, un gorgo
che ruota senza inizio e fine.
È la perdita della ragione
per la passione.
Eccoci. Ci siamo.
Perdutamente, per un tempo
troppo breve per parer felice.
Ci appaga però la fuga
del nostro incontro, contro
la noia dei mali sciocchi della città.
XI. Sfuggente occasione
Trema la mia sicurezza
mentre mi accorgo di te.
Dovevo farlo prima
eppure non è che al tuo apparire
mi fossi indifferente, anzi.
Quel che dovevo fare era trasalire
ma arrivasti con semplicità
ed ero assuefatto da mille volti,
mille ragazze inutili, vocianti, inerti.
Come potevo cogliere subito
l’immensa tua essenza, presente
eppure simile a normale cosa?
Ma si può rimediare alla fretta.
E infatti in un lampo un poco
ti ho conosciuta, adorante, amata.
XII. Meditazione
Ancora tu nei miei pensieri
rinnovi con la tua ombra lieve
la speranza di un bel domani
o il timore di una perdita pungente.
Ma non si deve solo pensare
occorre andare
ma ogni fuga tentata rimanda
il viaggio voluto verso te.
Le tua braccia abbracciano
La tua bocca bacia
Il tuo corpo rivela la tua presenza
La tua nudità mi accarezza il sogno
La tua mente fa tempesta
ma quando si rasserena, sorprende;
i tuoi occhi vedono più dei miei
il tuo respiro anima pensieri.
E c’è di più in te di quel che credi.
Il tuo io implode quando sparisci,
esplode quando piombi improvvisa
e arrivi dal nulla, come messaggera
di un buon tempo. Insieme, si fa vita.
Ricordo bene come sei perché da poco
ti conosco; verrà un giorno in cui non
sarà così vivida l’immagine esatta
che ha chi ti ha davanti; ecco perché
dispiaccion gli attimi in cui già trascolori.
Ti si vive finché ti si è accanto.
E questo è ciò che fa sì che ti si cerchi.
Ma occorre trovarti quando sei a tuo agio;
perché quando non è buon momento
trovarti potrebbe esser disturbarti e perderti.
Cammino, perché allontanarsi non sia
per sempre; ma non conosco
le quiete ombre su cui ti posi,
amore mio, o le spinte audaci
che ti muovono dove io non vado.
Tu ferma ogni tanto i tuoi piedi,
ascolta la Terra che ti abbraccia.
Guarda dove è il sole, respira bene,
caccia ansie che ti fanno pellegrina
in una landa vuota di promesse.
Tu, tra i pensieri tuoi.
XIII. Vista così
Ragazza bellissima,
grazie del tuo viso:
lo tieni perfetto.
Tu che non credevi perfezione esista
ricrediti nell’ascoltarmi descriverti.
Sei come neve in mano a bambini
che la toccan per la prima volta.
Sei come luce preziosa nel centro
del mio cuore, acceso da te.
Tu sei come la rosa
che nascesse da terra bruciata
mentre dove era erba è nero suolo.
Tu sei anima libera e semplice
dalla complicata veste di disillusioni
che indossi finché non ti si chiama.
Amica eri, amore sei,
così in fretta diventata altro
per la luce intensa del mio guardarti
che ti ha pesato sulla bilancia del valore
umano, fino a renderti icona degna
di una bellezza unica e universale.
XIV. Misterioso femminile
Ti amo perché tu
sei un germoglio di meraviglia
una fata luminosa
nei veli onirici della notte
e un faro umile
nei sentieri ruvidi del giorno stanco.
Ti amo perché sei sogno vivo:
vestita di atmosfera magica
sorridi con il tuo spirito alto
mentre il mondo muore, riarso.
Sei come favola che sorride al lettore curioso; sei come terra irrigata piena di frutto.
Sei una ragazza sempre nuova,
come se niente possa scalfire
dentro te quel gioiello naturale
che solo tu conosci della te
che aspetto mentre ti penso.