Che ne sanno loro delle lacrime che riempiono le mie giornate e svuotano il mio corpo
Che ne sanno del peso dentro al petto e del vuoto nello stomaco
Che ne sanno della mancanza come unica presenza
Che ne sanno gli altri dell’amore che non ho
Che ne sanno dei coltelli lanciati attraverso le parole
Che ne sanno delle ferite invisibili che si fanno voragini
Che ne sanno del mio desiderio di essere amata, ma della convinzione di non meritarlo l’amore
Che ne sanno delle mie domande, dei mille dubbi e dei mille perché a me
Che ne sanno del costante senso di inadeguatezza che mi accompagna come un vecchio amico
Che ne sanno della voce che suadente mi ripete “non sei abbastanza”
E parlano, parlano. Loro parlano dei loro bisogni, dei loro guai e delle loro paure. Parlano agli specchi e non sanno.
il tuo senso di indeguatezza e la tua rabbia nei confronti di chi ti giudica in maniera superficiale….da questa spinta di ribellione anche nella scrittura puo’ esaltare il tuo essere unica
triste sfogo misto a rabbia, ma non rassegnato. Il nome “nihil”, rimanda al significato latino. Spero che il niente si riferisca ad una non corrispondenza esterna, invece che ad una percezione di sè.
buona serata
Ti ringrazio. Sì, nihil si riferisce a quello che sento dentro e a come mi sento a tratti. Mi sento come in un percorso, con salite e discese e momenti di stallo e smarrimento, credo sia una sensazione comune a molte persone.
Descrivi bene sensazioni ahimè a me note, creando un’immagine nitida di quel che è il tuo sentimento, non smettere di esprimerlo perché uscendo farà meno male, ma vorrei anche dirti che io ho scoperto col tempo che non sono così reali quelle sensazioni, spero lo possa scoprire presto anche tu…
Ti ringrazio. Spero anche io di poter superare un giorno questi pensieri.