Leggere scrivere e pubblicare Racconti online su Owntale

Una piattaforma ricca di funzionalità dove pubblicare, leggere e scrivere racconti gratuitamente. Mettiti alla prova e raggiungi il punteggio milgiore!

 

Ero in macchina con i miei genitori per il trasloco in una nuova casa, mio padre diceva  in continuazione che mi sarebbe piaciuta molto di più della vecchia casa io invece  preferivo non ascoltarlo a essere sincera avrei preferito di gran lunga rimanere nella  cosiddetta vecchia casa il problema non sono gli amici ho la casa in se il problema che  non ho mai amato i cambiamenti, insomma immaginate cosa era per me andare in una  casa in città da una casa dispersa nel nulla e decisamente un cambiamento drastico. Per il  nervoso dissi a mio padre che stavo per ascoltare la musica, lui annuì con un movimento  veloce e si zittì come per offesa, beh che dire mio padre era stato sempre così che  appena cerchi di non starlo a sentire lui si offende ma anche per poco. Invece mia madre  era stata sempre una donna sfacciata e nevrotica che ogni cosa che diceva era la verità  assoluta e guai a te se dicevi che non era così. 

Insomma io detesto i miei, non sembro nemmeno loro figlia e ora che loro di punto in  bianco hanno deciso di cambiare vita non mi sembrava giusto. 

Io nel frattempo con la musica ad alto volume a subire il fumo della sigaretta di mia  madre, a guardare le belle montagne che ti dicevano che dietro di loro sarebbe iniziata  una foresta fitta con al centro un piccolo villaggio con essa la nuova casa che tanto  detestavo, tirai un sospiro sperando che non sarebbe stato così male e che forse avrei  dovuto darle almeno una possibilità.

Arrivammo sul posto quando era notte tutto il villaggio stava dormendo ed era buio  pesto con un vento che attraversa le strade della cittadina, la casa in se mi sembrava  molto grande più di quanto pensassi e di sicuro era del inizio ottocento era così vecchia  che pensai a cosa era successo al interno della dimora, mi venne un brivido lungo la  schiena cercando di rassicurarmi che sicuramente non era così. 

La casa oltre a essere grande era fatta in mattoni, aveva una forma molto speculare e  dava una certa sensazione d’inquietudine. 

Mio padre disse con un tono orgoglioso -Casa dolce casa! Mia madre disse con una voce  stanca e indolenzita -Ma ci sarà almeno un letto dove sdraiarsi 

Io invece a malapena mi tenevo in piedi, così chiesi la stessa cosa di mia madre con altre  parole. 

Ci rispose con un tono fiducioso in segno di una risposta positiva 

-Certo ci sono dei letti anche se vecchi sono molto comodi! 

Entrammo nella casa ed era una vera e propria riserva di mobili dell’ottocento ed era tutto  in ottime condizioni, a essere sincera mi aspettavo una casa vuota con pochi oggetti  d’arredamento ma mi sbagliavo era completamente pulita e piena, i mobili in se erano  molto floreali con il legno colorato in oro, cera una cucina molto all’antica un salotto  immenso e poi si saliva ai piani a seguire con una scala immensa in marmo, con sorpresa  era come se il tempo si fosse fermato allora mi domandai del perché nessuno avesse  comprata, infatti a essere sincera era troppo bello per essere vero.

Mio padre mi diede le chiavi per la mia camera da letto e mi disse con tono gentile – Vedrai ti piacerà so che come padre non sono il massimo, ma se farai meno caso a tua  madre tutto sarà più colorato, ora vai- Ero sorpresa dalle sue parole mi senti come  apprezzata da lui come sua figlia, forse era per la sua strana felicità che non dava eccessi  di stanchezza, ma non feci molto caso e andai nella camera all’ultimo piano, presi la mia  valigia pesante piena di roba e andai. 

Appena arrivai entrai nella camera dall’aspetto floreale e giocoso notai che al centro della  stanza c’era una cornice dorata con uno specchio al centro, con grande curiosità tocai la  cornice, era vero oro, massiccio come era di sicuro vale una tonnellata di soldi. Decisi di  andare a dormire cercando di darmi una spiegazione a quella cornice così costosa e del  

perché nessuno l’avesse rubata o semplicemente veduta, mi spogliai senza pensare  troppo alla cornice e mi misi il pigiama. 

Mi buttai a letto e mi addormentai senza fatica, all’improvviso mi trovai in un sogno vidi  un ragazzo molto particolare lo guardai bene, lui aveva i capelli grigi occhi gialli con un  contorno rosso sangue, una salopette con una maglietta a righe, stringeva un  orsacchiotto, mi guardava e mi disse con un sorriso fragrante che sarei stata la sua nuova  amica e che niente ci avrebbe separati, mi senti strattonare il collo e senti un graffio nel  braccio, ero bloccata non riuscivo a muovermi lui continuo a ripetere quelle frasi in  continuazione, mi senti ipnotizzata da quei occhi che mi chiamavano con assoluta  sicurezza. 

Mi svegliai era notte fonda non era neanche mattina, la stanza era buia e si intravedeva  solo la cornice che brillava dalla luce della luna che superava la finestra, vidi che la  cornice non aveva uno specchio ma un’acqua nera al centro appesa alla cornice come  un portale che sfidava la forza di gravità. Senti un sospiro affannoso alla mia sinistra il  mio corpo cominciò a sudare e a tremare, mi girai di scatto e ai piedi del letto c’era lui, il  ragazzo che era apparso nel mio sogno mi guardava senza dire nulla mi ipnotizzata con  il suo sguardo, cominciò a parlare solo qualche minuto dopo -Uccidili loro non ti  rispettano e la tua madre ti disprezza mentre tuo padre ti ha obbligata andartene dalla tua  città, so che fa male uccidili! Lo disse come un ordine e come una maledizione è all’improvviso non ero più in me il mio corpo non mi apparteneva neanche la mia faccia,  guardavo solo dagli occhi per vedere quello che succedeva mi sentivo appesa a dei fili,  non ero in me, se solo mio padre non mi avesse portato in quella casa niente di tutto 

questo sarebbe accaduto, mi muovevo come un manichino, afferrai un coltello molto  affilato è appuntito che era apparso dal nulla davanti a me fluttuando senza gravità, senti  dire da lui un’ultima volta -Uccidili- E comincia a uscire dalla stanza e andai nella  nuova camera da letto dei miei aprendo la porta cingolate, loro si svegliarono ai suoni  della porta e mi videro mia madre aveva gli occhi spalancati dalla paura e mi parlavano  come per dire che cosa stavo facendo, invece mio padre fece un ghigno come divertito  dalla scena e mi disse – Non avere paura piccola so chi ti sta controllando sono  veramente contento che abbia funzionato sai in questa casa una volta c’era un ragazzo  che spesso si avventurava nella mia dimora senza il mio permesso io ovviamente lo solo  aggiustato per le feste, e morto vicino alla cornice dorata insieme al suo inutile  orsacchiotto, e bastato così poco per ucciderlo un solo colpo di proiettile in testa, ma  tranquilla- Io non capì di che cosa stesse parlando ma nonostante tutto non ero per niente  felice di quello che aveva detto. Mia madre invece aveva gli occhi assenti come se  sapeva di che cosa stesse parlando era traumatizzata da quell’avvenimento e all’improvviso  mio padre prese la pistola con una velocità disumana e la uccide davanti ai miei occhi  dicendomi -Tua madre non mi piace più, mettiamola fuori dai giochi- E cominciò a  ridere. Mia madre era stata colpita alla tempia e in un attimo non c’era più. Una  vampata di sangue si appoggiò sul mio viso e sul pigiama che portavo “perché lei non  ha fatto nulla perché, che cosa sta succedendo? Pensai guardalo quello che si riteneva  mio padre poi cominciò ad alzarsi dal letto con una tale normalità come se niente era  successo e con un tono divertito cominciò a parlare Avvicinandosi a me, quanto avrei  voluto usare quel coltello ma il mio corpo non rispondeva. 

-Ragazzo so che la stai controllando quindi stammi bene a sentire, hai ucciso così tante  delle figlie che mi appartenevano solo perché eri in cerca di vendetta, ma sai una cosa mi  e piaciuto vederti in azione pensi che ho fatto tutto senza un motivo? Ma certo che no  caro! Lo fatto solo per puro divertimento se vuoi affrontarmi poi anche farlo dai  uccidimi impiccami come hai fatto con le altre tanto non mi rimane molto da vivere- il  mio cuore batteva in continuazione senza fermarsi e all’ improvviso svenni e non vidi  niente che il buio. Mi svegliai e vidi mio padre impiccato sopra la mia testa senza vita  con ancora quel sorriso sul suo volto e mia madre morta sul letto matrimoniale assente,  era ancora notte avevo ripreso il controllo dell’ mio corpo mi alzai e guardai in lacrime,  il coltello era sparito dalla mia mano senza lasciare tracce. Non capivo cosa era successo, la mia testa non ragionava e i miei pensieri erano ricoperti dai perché è da cosa era  veramente successo, in un attimo mio padre era impazzito e non avevo più nessuno.

Poi all’ improvviso rividi il ragazzo fece un sorriso quasi assente mi guardo, io non  riuscivo a muovermi -Tu hai avuto molte sorellastre tutte morte, come lui lo e adesso, se  vuoi saperlo anch’io ho perso la testa proprio come tuo padre ero in ricerca di vendetta è non ragionavo neanche sul perché continuava a venire qui con una nuova figlia e moglie,  

quel vecchio senza sanità mentale mi ha ucciso poi il resto lo sai, adorava questa casa  che come il mio bisnonno avrebbe fatto di tutto per far sì che nessuno si avventurasse in  questa casa e guarda cosa ha fatto a me. La casa era di mia proprietà e il bisnonno si era  

fidato di lui portandomi via la casa in cui ho sempre vissuto, mica potevo rimanere per  strada così decisi di rimanere senza che tuo padre lo sapesse, poi mi ha trovato e mi ha  ucciso. Lui come un maniaco ha continuato a portarci le figlie come all’ macello perché  sapeva che cosa le avrei fatto, a essere sincero mi sento solo adesso in colpa, sono stato  

uno stupido ero così frustrato di essere morto che ho ucciso quelle povere ragazze una  per una appese senza vita con un cappio proprio dove lui e adesso, dovevo uccidere per  prima lui ma non ragionavo non ci riuscivo. 

Lo vidi in lacrime stringeva i pugni per la rabbia io lo guardai mi avvicinai e lo abbracci  senza pensarci due volte e li dissi – Mi dispiace, mi dispiace per te non ho più una madre  e ho vissuto con un mostro, io non so dove andare sono sola non ho posto dove andare,  non so cosa e successo, non capisco- piangevo e urlavo senza lasciarlo andare, poi un  momento dopo lui smise di piangere -Tu sei sua figlia non è così sangue del suo sangue  devo purificarti, c’è solo un modo, non dovevi fidarti di me, anche se mi dispiacerebbe  farlo- Lo lasciai all’ improvviso senza pensarci due volte, sconvolta dal suo  cambiamento improvviso. Comincia a correre era anche lui un mostro, dovevo  nascondermi lontano da lui e dai cadaveri senza vita dei miei passati genitori. 

Corsi fino alla camera dove lui e comparso dalla cornice dorata, lo specchio come  sempre non c’era ma solo quella acqua nera. Senti lui urlare -Dove vai, hai detto tu che  non hai un posto dove andare ho sbaglio, ritorna sarà veloce e indolore, RITORNA – le  sue urla e pianti riempivano la casa così scappai e attraversai lo specchio senza pensarci. 

Le urla cessarono e dopo aver attraversato quella acqua viscida, mi ritrovai in una casa  piccola, la casa in cui lui viveva me ne andai via prima che lui mi raggiungesse la porta  di uscita si trovava a pochi passi dalla stanza in cui mi trovavo la apri e me ne andai  correndo. Mi ritrovai in una prateria immensa e cominciai a correre più in fretta di prima  finché non raggiunsi un villaggio non quello di prima ma uno diverso urlai aiuto ma 

nessuna risposta urlai un’altra volta finché capì di essere finita in un modo diverso da  quello a cui appartenevano, ero in panico perché in quel mondo c’era solo lui. 

Andai a cercare nelle case un’arma ma niente, nelle case c’erano solo orsacchiotti che  facevano da persone con qualche oggetto da arredamento non sapevo più che fare finché  decisi di nascondermi in un armadio dell’ ultima casa, era strano perché per diversi  minuti lui non c’era forse lo avevo seminato l’unica cosa e che dovevo andarmene nel  mondo in cui ero capitata. Comincia a uscire dall’armadio e all’ improvviso mi senti  afferrare all’ collo era lui, mi aveva fatto un agguato strinse il mio colo con le sue mani  nere e gelide, mi spinse per terra e mi disse -Sta tranquilla e finita ora lascia che ti  purifico dal sangue che hai di lui devo solo fare un taglio nel tuo collo, finalmente potrai  riposare in pace insieme alle altre- Poi comincio a ridere senza fermarsi. Guardai la  stanza che piano piano iniziò a sgretolarsi e si trasformò in una catapecchia in cui  c’erano corpi marci di ragazze della mia età con il collo appeso a un cappio e con un  taglio alla gola -Ti prego… non farlo- lo supplicai ma era troppo tardi stavo già  perdendo sangue, lui rideva e alla fine il nulla ma all’improvviso una luce mi porto via  dal mio corpo sempre più lontano dagli orrori che avevo subitó. 

“Finalmente sarò in pace” pensai. Ma qualcosa mi riportò indietro molto probabilmente  ero sopravvissuta non so nemmeno come, senti che il mio collo era stato ricucito così in  fretta ma capì che in realtà ero diventata come lui un morto vivente poi lo vidi è mi disse -Tu non poi riposare in pace sei diversa, tu resterai con me per sempre. 

Scritto da Beatrice Marini. 

2
0
TAGS:

Commenta il racconto di

Lascia un commento

4 Comments