Questa storia fu trovata per caso a Canterbury in una copia del Decamerone che non pareva scritta da Boccaccio,ma da un boccalone.
La trascrivo così come è. E senza aver vino,non farò neanche errori da ebbro.
[VM18]
Era il tempo medievale delle suore.
E di Robin Hood.
Lui veniva,mi derubava,quando avevo monete in saccoccia, e me ne ridava quando non ne tenevo. Sicché le nascondevo negli alberi, nei buchi fatti dai gufi, ma lui rubava anche nei tronchi.
Un giorno mi incazzai: e gli ficcai un palo in culo. Così, per sport. Ecco come morì Robin Hood.
Non gli detti tempo neanche di leggere il Manuale delle Giovani Marmotte che teneva sottobraccio.
Ero abbronzatissimo,come Anna in “30 gradi”.
Gli avvoltoi volteggiavano allegramente.
Per cosa eran contenti,boh.
Vidi queste suore,ma brutte. Una aveva la ciccia tanta che pareva una foca(monaca). Una era magra come uno scheletro con costole di fuori che parevano uno xilofono. Me le vidi passare davanti devotamente e dissi loro:
-Porkoddio!-
Ma capirono male,forse per troppo cerume, e dissero che sì l’odio era una brutta cosa.
Ma avevo accentato giusto.
Sicché poi trovai questo rudere per ridere, con le pulzelle. Belle. Erano giovani bòne, tipo vergini ma con tanta voglia di apprendere…di prendere più che altro.Io mi avvicinai come volpe a caccia di polli,quatto quatto ma ruspante.
Passò una gallina macilenta (perché nel medioevo si era tutti poveri marci,messi male), le tirai prima il collo elasticamente, poi le detti un calcio che parevo Pelè in “Fuga per la vittoria” (film che non ho mai visto perché non si poteva). Ebbi pronta la cena: la pollastra secca colpì il muro, ed ecco pronto il Chicken. Con un kick…(S’era tutti inglesi,a Nottingham.)
-Salve.-
Trasalirono.
Fui spavaldo e sfacciato,gonfiando il petto da indomito.
-Sentite,non è che si possa fare una…”conoscenza”…io e voi?-
-Protette,o senza?-
-Col budello non è bello.-
-E se nasce un figlio, ci aiuterai a camparlo?-
-Campa cav…-
-Come?-
-No,dicevo…campa cavaliere,campa scudiero…come si immagina di masticare in due, si può anche in tre.-
Convincerle era più duro del previsto; ma dovevo fare presto: perché a esser duro era anche altro.
-Seee! Tutte quante, non ce la fai!-
-Tu dai, fai e vedrai. Voi siate,vivete e potrete.-
-Non ti si crede,mingherlino come una foglia al vento sei. Soffia di più e non ci sei già più.-
-Foglia di fico però,pronto per la fica.-
-Per fare le fiche semmai con le mani. Apriti un foro e fai da solo!-
-Ah, così accogliete il prossimo?-
– No,col prossimo faremo meglio!-
E risero. Tranne Cunegonda e Genoveffa che erano in preghiera. A denti stretti,intonavano il mantra della voglia matta!
-Voi parlate,ma il tempo del Giudizio è vicino quindi o la date o l’occasione la perdete.-
Il dilemma fu presto risolto con un plebiscitario consenso.
-Ma posso scegliere?-
-Tu sei l’uomo.-
Ma che uomo,esose,ero il bischero di turno: avevo sedici anni,e se mi chiamavano Pipino non era perché ero un re. Semmai,ero re nel fai da te.
Così mi infrattai con la più bellina. Rosalba.
Dal crepuscolo fino all’alba? Magari, da quando ho iniziato a quando ho finito, in un lampo. E dire che non avevo neanche la cerniera. Le sfilai le mutandine io perché se aspettavo lei ci stava a ore. Quando la entrai,mi pareva uno del coro gospel: bocca aperta tutta, urlo celtico,(da città sotto assedio mixato con stridìo da bestia scannata) e bestemmia toscana con tanto di eco della valle. Nelle intenzioni,dovevo farle vedere un Inferno di fuoco,un Purgatorio da brivido e un Paradiso celestiale. Invece mi fermai nel mezzo del cammin di nostra vita, e della selva oscura vidi poco. Però da pulzella a puttanella, era una bella senza gonnella.
Ero divertito. Finché la suore laide mi videro col pinolo in bella vista, e mi ebbero a comparire.
Mi vennero a salutare,ma io ciao dissi prima, e me ne corsi a gambe levate come lepre verso l’uva. Non vidi più Rosalba. Dicono che si sposò un signorotto,cui cavalcarla piacque un botto, e ci dettero sotto. E ancora contro questo lotto. Per lottare contro, trovai la loro finestra e mi feci forza di gridarle che ero là, col marito fuori a caccia. Lei mi aprì la finestra e mi gettò tutto il piscio di moglie e marito dal vaso.
(Non ho mai capito però se mi aveva visto.)
Buon proseguimento di serata alla prossima lettura!
Bellissimo anche questo testo, letto con molto interesse.
Grazie a tutti per seguirmi anche in questa calda estate
Ed ora un nuovo racconto con personaggi famosi,spero che li conosciate e che faccia ridere proprio perché trovarli insieme sarà buffo.
Non è facile trovare storie nuove
Molto interessante e ben scritto! Solo in alcuni punti ci si perde un po’ troppo ma nel complesso è davvero una bella lettur
Grazie. È parecchio erotico.
Questa cosa che ci si perde leggendo i miei racconti non sei l’unico a dirmela.
In realtà il mio io narrante spesso è un mio alter ego “fattone”.