E’ mezzanotte, un altro giorno è passato. E’ passato fra le mille difficoltà che crea il mio cervello, sì perché il mio cervello oramai è un’entità autonoma; esso mentre svolge le normali attività che gli sono demandate si adopera anche di tormentarmi di mille pensieri sempre negativi e, spesso, prova gioia nel non farmi dormire.
Io lo accontento come posso, rimanendo sveglio ma poi la mattina seguente non mi reggo in piedi dalla stanchezza.
In tanti mi dicono che il problema deriva dal fatto che sono stroppo stressato, altri più pratici mi consigliano medicinali che inducono il sonno.
Al mio cervello tutto questo non interessa, lui è forte e lo sa, per questo resiste sia allo stress che alle medicine e continua ad obbligarmi a rimanere sveglio.
Non so dove vuole arrivare, deve capire anche lui che se non riposo bene anch’esso ne risente.
I giorni passano ed il mio cervello continua a mandarmi pensieri negativi, sembra non conoscere altro, io dormo poco e male ed il giorno è diventato un tragedia per me poiché non sono in perfette condizioni fisiche per mancanza di sonno.
E’ questo che vuole il mio cervello? Uccidermi per sfinimento organico?
Anche gli altri organi sono dalla mia parte perché ne soffrono anche loro della mancanza del riposo;
Sono a venuto a conoscenza che hanno fatto un’assemblea segreta convocando il cervello ma questi pare si sia arroccato sulle sue posizioni facendo intendere che senza di lui loro, gli organi, non esisterebbero. Qualcuno ha cercato di farlo ragione adducendo che se loro (gli organi) si ammalano finisce tutto e che con tutto si intende anche lui.
Il “Sistema cardiovascolare” gli ha anche proposto che si impegnerà affinché tutto il corpo si adopererà a fare più sport così da inviargli più materia prima, il sangue. Anche a questa soluzione esso si è opposto sebbene con qualche riserva.
Potrebbe essere l’inizio affinché capisca.
Darò ascolto al mio sistema cardiovascolare e da domani farò almeno un’ora di ginnastica ma fa caldo in questo periodo, molto caldo per cui prevedo non poche difficoltà, comunque ci proverò.
Come pensavo sudo molto nel fare ginnastica e mi accorgo che mi stanco molto presto per mancanza di riposo notturno per cui il mio organismo, per autodifesa comincia a produrre tanta adrenalina per sostenermi. Il mio cervello credo che sorrida, per lui è una specie di droga l’adrenalina. Dalla padella nella brace. Credevo di far bene invece ho fatto peggio, adesso il mio cervello eccitato dall’adrenalina è ancora più vigile ed il sonno diventa, oramai una chimera.
“Sta tutto nella sua mente” sentenzia uno specialista, “Quando la sera si corica deve eliminare tutti i pensieri negativi”, mi prescrive qualche medicinale che già conosco e mi chiede la sua parcella.
Esco dall’ambulatorio e sento chiaramente che il mio cervello se la sta ridendo, il medico mi ha detto tutte cose ovvie e che conoscono tutti, non occorre essere laureati in medicina per sapere queste banalità.
Comunque mi affido alle prescrizioni e compro una intera busta di medicinali che dovrebbero indurre il mio cervello ad assopirsi lasciandomi dormire.
La prima notte i medicinali non fanno effetto, la seconda neppure, la terza si adegua alle prime due e così via. Telefono al medico e glielo faccio presente ma mi risponde che ci vuole tempo affinché la cura abbia effetto. Quanto tempo non ha saputo dirmelo, si è limitato ad affermare che sono cose soggettive.
Ho deciso di passare alle maniere forti, mi compro una pistola giocattolo e me la punto alla testa, vediamo se il mio cervello percepisce il messaggio. Ride, se la ride e mi dice che c’era anche lui con me nel negozio di armi finte e quindi cos’era questa pagliacciata?
Ha ragione tutto ciò che faccio in fondo viene da lui. Sono disperato, vorrei mettermi sul letto e Il sentire le braccia di Morfeo che languidamente mi accolgono in un abbraccio ristoratore e dormo, dormo, dormo finalmente sereno. Mi sveglio, il cervello mi ha ordinato di alzarmi, ed io scemo lo faccio, guardo l’ora e sono le 3 di notte………. No, basta adesso basta.
Vado in cucina, apro la finestra e mi arriva sul viso una brezza rinfrescante che mi sveglia del tutto, sorrido, fra poco potrò dormire. Il mio cervello è silente, ammutolito il bastardo, adesso non manda più brutti pensieri, sta zitto.
Mi metto in piedi sul parapetto e guardo giù, la pace mi chiama, basta che io faccia un passo avanti e tutto sarà finito tutto, sento il mio cervello che annichilito mi sussurra come mai aveva fatto: “Che fai?”…..
Faccio quel passo e sono nell’aria, adesso lo sento gridare di paura il bastardo e l’ultima cosa che penso è “adesso dormirai con me per sempre”:
Poi l’impatto ed il buio, non c’è Morfeo ma solo il buio, un buio che ti avvolge completamente.
Il cervello, o quel che ne rimane tace, tace anche lui sopraffatto dal buio. Il bastardo.
Fantastica descrizione dell’insonnia da stress portata al limite dell’esasperazione. Originale l’idea della riunione interna.
Hai trattato un tema drammatico (che, in minor misura, vivo anche io) e lo hai fatto con leggerezza ed ironia tanto che su alcuni passi si sorride.
Eppure il racconto tratta un problema molto serio che riguarda tanti di noi, anche se, per fortuna, spesso si risolve da solo o con qualche aiuto da parte del medico. Ah questi nostri cervelli, se solo indirizzassero le loro potenzialità su cose che potrebbero migliorare la qualità della vita nostra e quella degli altri!