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Caro Diario…

Ci sono tante cose che vorrei dirvi, e in questo momento, sono seduta qua sola, nella mia camera a scrivere su questo diario, mi sento un po’ stupida. So che non leggerete mai queste righe, e mi sembrava inutile buttarle giù. Però poi mi sono detta “ma chi se ne frega?” e ho iniziato a scrivere.

Quindi.

Perché scrivo questo diario, non c’è una ragione. Probabilmente perché voglio lasciare una traccia di me quando sarò vecchia, o quando morirò. O quando, semplicemente, cambierò. Beh, cosa dovrei dire di me?

Ciao, mi chiamo Sara e sono una ragazza totalmente insignificante e grassottella, almeno cosi dicono a scuola.

Vivo con mia madre e il suo nuovo fidanzato, un ubriacone senza lavoro e senza una metà. Un tipo totalmente insignificante più di me.

Anche la mia vita è abbastanza insignificante. lo so. Mio padre è morto circa sette anni fa, avevo nove anni. Un incidente stradale: il tizio che guidava il tir era ubriaco a perso il controllo e si è schiantato contro mio padre. Povero papà, era sempre fuori di casa, il suo lavoro veniva prima della sua famiglia. Quando era più piccola, però con me era fantastico. Mi portava al parco, o al McDonald, ovviamente quando aveva tempo ho non lavorava. Scherzava sempre, e aveva un bel sorriso, mi ha insegnato lui a suonare il pianoforte. La favola però e durata poco, perché dopo qualche anno cambiò di colpo senza una ragione, si assentava spesso da casa, da me. Non passava più del tempo com me, come faceva prima, non ho mai saputo il perché.

Sono una persona abbastanza solitaria, ho pochi amici, quasi tutte ragazze più adulte di me. Non riesco a rapportarmi con le mie coetanee, non so bene il perché. Credo che sia perché a me della moda, delle discoteche e dell’amore non me ne frega assolutamente niente, perciò non ho argomenti in comune con loro. Almeno i miei (pochi) amici: non sono fissati con le discoteche o per lo sport e questo è un bene, perché io con lo sport sono davvero negata.

La musica è l’unico destino che vedo per me. Mi terrorizza l’idea di un destino “normale”, di diventare una persona “adulta”, magari moglie e madre, o chissà quale manager di chissà quale maledetta azienda, tipo come mio padre che viveva per il lavoro. Meglio morire. Sul serio.

Se immagino il mio futuro, posso vedere solo me che suono il Rock in una band con Madonna che canta. La Musica. L’unica mia compagna per la vita. L’unica cosa in grado si capirmi davvero, e di supportarmi quando sto male.

Uhm, in teoria dovrei fare il riassunto dell’anno appena trascorso, con le date più importanti, gli eventi che mi hanno cambiata, colpita, ferita e tutto quanto. Ma, sinceramente, non ne ho per niente voglia. Non è tra i miei programmi diventare la figlia ideale, la studentessa modello o la più popolare della scuola, eccetera eccetera…

Io sono io, niente di più, e niente di meno. Sono solo Sara con tanti sogni.

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