Brucia una candela sul tavolo. E' di se stessa Dio e Diavolo, profuma di fumo e fiamma, illumina, fuma e infiamma. Si consuma per esistere o esiste per consumarsi, in che consiste questo suo resistere? persiste nel dolore di bruciarsi o, anzi, gode dalla parte della luce? Produce, conduce, riduce, traduce l'aria in fuoco, e la terra in acqua, l'eterno gioco che per poco sciacqua il peccato dalla coscienza, sin quando pensa. Perché ciò che riflette splende, si tinge di tinte stupende, ma mette fine a se stesso prima di ciò che non ha mai riflesso. Adesso, è meglio un lume breve e intenso o un eterno bagliore senza senso? Allora penso... Buio.
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C’è un solo errore.
“E’di se stessa Dio e il Diavolo”
doveva essere:
“Sono d’essa Dio e il Diavolo.”
(A meno che non volevi dire che la candela è divinità e demone per essa stessa; se intendevi questo, la frase è giusta così.)
Bellissimo testo complimenti, buona serata!
Condivido l’interpretazione di Rivers.
Pur non essendo una “poesiofila” l’ho letta e riletta più volte perché davvero bella.
Molto bella .. io l’ho intesa come metafora della vita
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