- L’invisibile filo rosso del destino
Si attorciglia alla nostra caviglia
Noi cercatori d’oro d’occidente
I figli inetti delle filosofie d’oriente
Ingranaggi della fabbrica di spazzatura
Piccole formiche di un unica colonia
Lavoriamo ed aspettiamo in vano
la grande inondazione,
Galleggiando tenendosi per mano
Per far si che la corrente ci porti via
Lontano,
Nel giardino della memoria
ricordi di giochi d’infanzia
La meraviglia e lo stupore
Solo di chi alla vita guarda
Con gli occhi dell’amore
Amore e giustizia rincorsi fino all’estremo.
Per poi iniziare a giocare a nascondino.
Ad occhi chiusi contar fino a cento
Aprirli e non trovar mai più nessuno…
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Contare fino a cento e non trovar mai nessuno. E’ il senso della solitudine?
Oppure ho frainteso?
Bella comunque
è davvero bella inoltre si fonde, anzi attorciglia, all’attualità senza essere pretenzioso.
Il tocco francese nel titolo la rende molto gustosa