Leggere scrivere e pubblicare Racconti online su Owntale

Una piattaforma ricca di funzionalità dove pubblicare, leggere e scrivere racconti gratuitamente. Mettiti alla prova e raggiungi il punteggio milgiore!

 

Fino ad ora ho parlato della dissonanza cognitiva creata dalla propaganda/pubblicità applicabile alla sociologia solo come una mera astrazione, un’ipotesi filosofica slacciata dalla realtà, ora, però diventa necessario trasferirla nella concretezza di tutti i giorni per poterne capire appieno i meccanismi.

Cominciamo con la causa di tutto.

Dissonanza cognitiva

La parola “magica” per gli “spin doctors” una sorta di lavaggio del cervello che distrugge le normali capacità di comprensione, una lavagna vuota su cui poter scrivere bisogni e idee preconfezionate.

Per meglio chiarire torniamo un attimo indietro, riprendiamo un mio vecchio articolo che recitava così:

Su “Verità e menzogna fuori del senso morale” Nietzsche si sorprende che esista in qualche uomo una propensione tanto grande alla ricerca della verità, stante che tutto sia vanità (e aggiungerei anche fatica, dato che risulta molto più facile seguire la massa delle persone che abbracciano una “Verità universale” piuttosto che crearsene una propria).

Diventa vanitoso chi si circonda delle piume di un altro, socialmente più piacevole uno che pensa come il coro impone a dispetto di chi, conoscendo la sua verità ben difficilmente tenderà a mischiarsi alla massa.  …)

Da sempre, nel bagaglio dei filosofi “sociologi”, quelli che trattano le verità interrelazionali, esiste l’assioma del dualismo, della dicotomia della verità, probabilmente perché, come ha ipotizzato Eraclito la “Potenza di un’idea di verità” non può esistere senza una “guerra” tra due aspetti divergenti nel pronome ma convergenti nell’essere, Empedocle nel suo poema “Sulla natura” chiamava questi due aspetti Amore e Contesa, (…)

Tra le più antiche e potenti dicotomie del discorrere la verità come accezione del bisogno umano di vivere in gruppi, la più importante è la solidarietà che lega Aletheia e Lethe in una coppia di contrari antitetici e complementari. Tutti questi piani di pensiero sono contraddistinti dall’ambiguità, dal gioco del veridico e dell’ingannevole. La “verità” si colora d’inganno, il vero non nega mai il falso. Anzi è il contrario poiché Aletheia si confonde appunto con l’esigenza imperiosa della non – contraddizione del contraddicibile.

Cosa non è questo se non il concetto di “verità” di Nietzsche?

E se parliamo di Nietzsche, il suo concetto di morale è immensamente più esteso, fra tutto egli considera che “il nostro mondo morale poggia su errori” che egli cercherà di controbilanciare, nell’ultima fase della sua letteratura col concetto di “superuomo”… Aletheia

Però la verità, che sia assoluta o soggettiva, sarà sempre motivo di discussione, poiché ognuno di noi parte dall’assunto che “Io ho ragione!!”

Lo so, è triste pensare che l’uomo per socializzare debba mentire, finanche a se stesso, pseudologia fantastica sia il nome di questa sindrome psicologica.

La dissonanza cognitiva è un concetto introdotto da Leon Festinger nel 1957 in psicologia sociale, e ripreso successivamente in ambito clinico da Milton Erickson, per descrivere la situazione di complessa elaborazione cognitiva in cui credenze, religioni, nozioni, opinioni elicitate contemporaneamente nel soggetto in relazione ad un tema si trovano a contrastare funzionalmente tra loro; esempi ne sono la “dissonanza per incoerenza logica“, la dissonanza con le tendenze del comportamento passato, la dissonanza relativa all’ambiente con cui l’individuo si trova ad interagire (dissonanza per costumi culturali).

Un individuo che attiva due idee o comportamenti che sono tra loro coerenti, si trova in una situazione emotiva soddisfacente (consonanza cognitiva); al contrario, si verrà a trovare in difficoltà discriminatoria ed elaborativa se le due rappresentazioni sono tra loro contrapposte o divergenti. Questa incoerenza produce appunto una dissonanza cognitiva, che l’individuo cerca automaticamente di eliminare o ridurre a causa del marcato disagio psicologico che essa comporta; questo può portare all’attivazione di vari processi elaborativi, che permettono di compensare la dissonanza.

Un’applicazione esemplificativa di tali processi si può avere, ad esempio, quando un soggetto disprezza esplicitamente i ladri, ma compra un oggetto a un prezzo troppo basso per non intuire che sia di provenienza illecita. Secondo Festinger, per ridurre questa contraddizione lo stesso individuo potrà o smettere di disprezzare i ladri (modificando quindi l’atteggiamento), o non acquistare l’oggetto proposto (modificando quindi il comportamento).

Generalizzando, la dissonanza cognitiva può essere ridotta in tre modi:

Producendo un cambiamento nell’ambiente;

Modificando il proprio comportamento;

modificando il proprio mondo cognitivo (ovvero il sistema delle proprie rappresentazioni cognitive e delle loro relazioni funzionali interne).  

Trovo interessante l’ultimo punto, cioè la persona affetta da questa particolare patologia modifica il proprio modo di raffrontarsi con il mondo in funzione di come gli altri si aspettano che lei agisca, quindi si sottomette a una morale comune alla quale però sa di non appartenere oppure che non è quella che lei vorrebbe. Questa discrasia crea uno stato patologico forte; ma adesso andiamo sul concreto, sull’immanenza dei risultati di questi concetti rapportati al vivere civile e sulle principali patologie che essa può creare nelle menti meno forti, alcune di esse sono:

0
0
Alcano
About

Cinquantasette anni e un sacco di e-book all'attivo, scrivo solo per passione e per appassionare, per dimostrare che si è sempre giovani per scrivere.

TAGS:

Commenta il racconto di

Lascia un commento

8 Comments

    1. Alcano
      Alcano

      Grazie, quello è solo un piccolissimo stralcio di un saggio che scrissi tanti anni fa…mi è sembrato nelle corde del sentimento attuale, motivo per il quale ho pensato di proporlo. Anche per avviare una discussione o un contraddittorio.

        1. Alcano
          Alcano

          Ciao TomStone; sono d’accordo con te…non sono certo un complottista ma ho notato da tempo che le persone, specie quelle più giovani, hanno smesso di porsi proprio queste domande preferendo asservirsi a un modello preconfezionato e “predigerito” dal mainstream…anche di questa tendenza scrissi anni fa, se lo ritrovo lo ripropongo. Grazie.