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Napoli 2006, è una serata di novembre uggiosa e piovosa, rara per la città. Sono le 21 di sera, in strada non c’è nessuno, tre ragazzi sedicenni entrano armati e con un passamontagna all’interno di un tabacchino. Il primo il capobanda, è il più spietato, urla in dialetto: “Damm i sord o t’accir” a soli 16 anni già si atteggia da camorrista. Ha gli occhi ricchi di odio. L’uomo reagisce prende la pistola e colpisce a morte uno dei ragazzi che cade a terra. Gli altri due urlano: “GENNAROOO NOOO”. Allora il capobanda che si chiama Antonio urla all’amico di uccidere il tabaccaio dicendo: “Strunz ora ce la paghi” e intima al compagno di nome Ciro :“SPAR!!!FA AMBRESS SPAR!! ACCIDL A STU STRUNZ”. Il ragazzo ha il braccio allungato con la pistola che punta verso il povero uomo che terrorizzato piange e prega al ragazzo di non ucciderlo. La mano di Ciro è tremante, ha sempre vissuto di piccola criminalità, scippi, piccoli furti ma non ha mai ucciso un uomo. Nel frattempo qualcuno ha sentito lo sparo di prima e ha chiamato la polizia, allora a quel punto Antonio strappa la pistola in mano a Ciro e uccide a sangue freddo l’uomo. Ciro guarda il povero tabaccaio per qualche secondo, indietreggia e poi scappa via. I due salgono a bordo di un motorino e scappano via. La Polizia li segue a sirene spiegate, Antonio perde il controllo del motorino, cadono a terra, i poliziotti li bloccano e arrestano. Trascorrono 15 anni, ci troviamo in una cella del carcere di Poggioreale, un ragazzo è intento a sistemare i suoi vestiti in un borsone. Il ragazzo è Ciro ormai trentenne. È diventato proprio un bel ragazzo, alto circa 1.80 m, fisico asciutto, atletico, barbetta appena accennata che incornicia il sorriso bianco, rassicurante ma anche da furbetto, ha la faccia da scugnizzo. Occhi verdi e capelli neri, più corti alla base della testa, e più lunghi in alto dove sono sistemati con il gel. Due ragazzi gli fanno compagnia. Sono i compagni di cella, Dimitri, un ragazzo ucraino e Giuseppe. “In bocca al lupo Ciro” dice Dimitri. Si sente il rumore di una serratura che si apre, è Ulisse la guardia carceraria che dice a Ciro con accento romano: “Andiamo, o vuoi stare altri 15 anni qui?”. Prima però vuole passare a salutare Antonio, il suo amico che essendo il responsabile materiale del delitto dovrà scontare 20 anni di prigione. Quest’ultimo seriamente pentito gli dice: “Buona fortuna amico mio, e mi raccomando non ti dimenticare di me” “Non ti lascio solo Antonio” risponde Ciro in lacrime. I due si abbracciano, piangono si salutano e prima di chiudere la porta della cella, si guardano negli occhi, languidi di lacrime. Ciro che indossa la tuta e scarpe da ginnastica, prende il borsone, sistema il braccio piegandolo verso la spalla ad andare indietro verso la schiena e va via. Si apre il portone del carcere e fuori ad attenderlo ci sono la madre Concetta, una donna di 50 anni, castana, che nonostante abbia fatto una vita di sacrifici e ancora bella, indossa un abito a fiori e sandaletti bassi, ha i capelli raccolti con una pinzetta, ha un piccolissimo neo sopra il labbro destro. Ha lavorato come donna delle pulizie presso varie famiglie, puliva i condomini e qualche volta ha fatto anche la cuoca. Madre e figlio si abbracciano forte. “Figlio mio” dice singhiozzando Concetta. Accanto a lei c’è un uomo vestito di nero è Don Luigi, ex cappellano del carcere, che ha aiutato Ciro nel suo percorso. Salgono in auto e dalla tuta di Ciro si vede spuntare una croce di legno, lui la tocca e la bacia. Arrivano nel suo quartiere il famigerato Scampia, tutto è rimasto al 2006. Ora però per lui inizia una nuova vita. “Ragazzo mio sei ancora convinto della tua scelta?” “Mai stato più convinto in vita mia” risponde Ciro. È cambiato vuole studiare per prendere il diploma e ha intenzione di entrare in seminario, vuole diventare sacerdote come Don Luigi e aiutare i detenuti. Il prete risponde: “Ciro è una scelta che devi ponderare bene, sei appena uscito dal carcere e hai bisogno di tranquillità, quindi ti ho trovato un lavoro come operaio a Torino, dove nel frattempo potrai diplomarti grazie alla scuola serale e potrai riflettere per bene se davvero la carriera ecclesiastica sia la tua strada”. Concetta è felice perché il figlio andrà via dal quartiere, ha paura che possa di nuovo prendere la strada sbagliata. Il ragazzo risponde:
Don Luigi sono sicuro della mia scelta, ma se davvero vuoi questo per me va bene, accetto, ma soltanto per il tempo necessario che impiegherò per diplomarmi, dopodiché andrò in seminario, ormai ho scelto. Mi dispiace solo per mamma, già la rimango sola”. Concetta lo riprende subito: “Io voglio che tua vada via da qui, ho troppa paura” “Va bene” dice il ragazzo. L’indomani i due uomini prendono il treno e vanno verso la città piemontese. Prima di partire però Ciro vuole andare al cimitero presso la tomba del suo amico morto durante quella maledetta sera, gli porta un mazzo di fiori, fa una preghiera e va via. Arrivati a Torino Don Luigi accompagna Ciro nella sua nuova casa, un mini appartamentino in periferia, gli lascia un assegno di 2000 € che potrà usare per pagare l’affitto e varie spese in attesa di ricevere lo stipendio, ma Ciro dice: “Non posso accettare” il prete insiste e il ragazzo risponde: “È un prestito e ti restituirò tutto, fino all’ultimo centesimo” il sacerdote sorride e va via. Il giorno dopo si affaccia al balcone e girandosi vede nel balcone affianco una ragazza, bella, con capelli lunghi lisci biondi, occhi azzurri e snella. Lei lo saluta: “Ciao sei nuovo?” Ciro dice: “Si piacere Ciro”. La ragazza risponde: ” Marika piacere”. La ragazza ha avuto una specie di colpo di fulmine, quel ragazzo l’ha colpita al primo sguardo. Passano i giorni i due si scambiano solo saluti e basta. Ciro intanto lavora, studia alla scuola serale e coltiva sempre il suo sogno di diventare prete. Una sera dopo le lezioni mentre torna a casa vede Marika litigare con un uomo che la strattona.“LASCIAMI MI FAI MALE!” Urla la ragazza. “Marika il gioco è finito, ora torni a casa con me, muoviti!” Il ragazzo è Paolo il suo fidanzato con cui sta per sposarsi. È vestito elegante, ha capelli castani pizzetto e occhi azzurri, alto e magro. Ciro la difende e urla: “Lasciala stare” “E tu chi cazzo sei, fatti gli affari tuoi pezzente” urla Paolo. Ciro gli tira un pugno e Paolo risponde allo stesso modo. Marika urla a Paolo: “Sparisci dalla mia vita” “Non finisce qui Marika, aspetta che tuo padre sappia tutto” e va via. A quel punto Ciro si è ferito e la ragazza lo accompagna in casa e lo medica. Marika è felice, finalmente ha l’opportunità di conoscere meglio il suo vicino di casa misterioso. Prende l’acqua ossigenata e lo medica al labbro, così iniziano a chiacchierare. Lui le chiede: “Ma quel pazzo chi è?” La ragazza ride e dice: “È il mio ex ci dovevamo sposare tra due mesi, ovviamente tutto combinato da mio padre, ma io mi sono ribellata a tutto ciò, lui non ha il diritto di intromettersi nella mia vita”. Dopo la ragazza chiede a Ciro: “Parlami di te come mai sei qui? Da come parli non credo che sei torinese” e ride. Lui le dice: “Vengo da Napoli lavoro come operaio e voglio prendere il diploma, siccome non ho potuto studiare prima lo faccio adesso” e sorride. Il ragazzo però le nasconde la sua intenzione di entrare in seminario,e poi continua dicendo: “Non ho avuto una vita facile, mia madre si è spaccata la schiena per lavare scale e pavimenti, non ho mai conosciuto mio padre, il mio è un quartiere difficile, vengo da Scampia e lì non ci sono tante possibilità”. Ciro le ha anche nascosto che ha trascorso 15 anni in carcere tra cui due di riformatorio ai Colli Aminei, si vergogna troppo. Lui poi chiede alla ragazza cosa faccia nella vita. Marika appartiene ad un mondo totalmente diverso, è ricca, anzi ricchissima, appartiene ad una delle famiglie più importanti di Torino, è figlia unica e fa la dottoranda in Biologia all’Università, ha anche sangue blu perché la madre ha discendenze nobili. La famiglia possiede una banca. Lei è stata la figlia ribelle. “Sono sempre stata circondata dal lusso da agi e privilegi, non mi è mai mancato nulla, all’apparenza dovrei essere felice, ma non è proprio così, ho un rapporto conflittuale con mio padre che ha pianificato la mia vita prima ancora che nascessi. Non mi ha mai dato affetto, anzi, era sempre freddo e distaccato con me. Voleva che studiassi economia per poi continuare il suo lavoro, ha persino scelto il mio fidanzato, che poi è il suo zerbino, è il suo più valido collaboratore, così dopo aver obbedito sempre a mio padre ora avrei dovuto farlo con lui”. Ciro ha risposto: “Sei la classica figlia di papà che a gente come me guardano dall’alto verso il basso, e che hanno sempre umiliato mia madre, ma tu sei diversa, vivi in periferia, hai detto no a tutto, hai coraggio, complimenti”. Sorride Ciro e Marika anche. Dalla tuta di Ciro spunta un logo, quello dell’S.S.C NAPOLI e Marika urlando dice: “NOO SEI DEL NAPOLI??” Ciro risponde: “OVVIO SEMPRE FORZA NAPOLI!” poi con occhi sgranati e preoccupato dice: “NOO! Non dirmi che sei della Juve???!!” Marika risponde orgogliosa: “SII!!” e Ciro rassegnato ridendo dice: “NOOOO! Vabbè, pazienza nessuno è perfetto” I due ragazzi scoppiano a ridere. Marika vuole offrire una birra a Ciro e continuano a chiacchierare, fino a tarda notte. L’indomani la ragazza racconta tutto a Carolina la sua amica. “È bellissimo, poi simpatico, mi fa stare bene” dice Marika. I due ragazzi continuano a trascorrere le nottate tra chiacchiere, risate e birre, Ciro sta bene, così bene che dimentica del suo passato con lei. Continua a nasconderle però la sua intenzione di farsi prete. Una serata complice anche una birretta di troppo e i due ragazzi, fanno l’amore dolcemente, ma anche con passione. Squilla un cellulare e Ciro si sveglia con Marika tra le sue braccia e senza farla svegliare si alza e risponde. È Don Luigi che dice: “Ragazzo devo darti una brutta notizia, Antonio si è suicidato, si è impiccato questa notte, in carcere”. Ciro è devastato e sconvolto, così lascia un biglietto per Marika dicendo che è a lavoro. In realtà e insieme a Don Luigi, i due prendono il primo treno e vanno a Napoli. Marika intanto si sveglia felice, legge il biglietto di Ciro, ci rimane un po’ male, ma però non può fare a meno di pensare alla notte appena trascorsa. Ciro intanto è in viaggio e dice sconvolto: “È colpa mia” Don Luigi che risponde: “Ragazzo mio ma cosa dici? Non è colpa tua. Antonio era più fragile di te e non ha retto alla pressione, tu sai che il carcere ti ammazza dentro”. Ciro dice a Don Luigi: “Stanotte ho fatto l’amore con una ragazza, è la mia vicina di casa, sono stato molto bene, ma voglio dimenticare tutto, quello che è successo ad Antonio mi ha fatto riflettere, voglio diventare sacerdote Don Luigi, e appena torno a Torino andiamo in seminario, ti prego”. Don Luigi risponde: “Ora sei sconvolto, non puoi prendere questa decisione” ” NO” dice Ciro e continua: “Non sono mai stato così convinto in tutta la mia vita, e se fossi stato più presente ora Antonio non sarebbe morto, gli avevo promesso che gli sarei stato vicino” e piange disperato. Don Luigi lo rincuora: “Ma non dire così, e poi tu non devi prendere queste decisioni solo per non sentirti in colpa. Oltretutto puoi aiutare i detenuti anche da laico, ci sono tante associazioni che lo fanno”. Ciro però non cambia idea e irremovibile: “Stanotte è stato un tremendo errore” ma in cuor sui non vuole fare soffrire Marika. La ragazza in giornata ha pensato alla notte trascorsa e ne parla con Carolina la sua amica che appena vede il viso di Marika e il suo sguardo capisce tutto. Marika le dice: “È stata la notte più bella della mia vita, sono stata benissimo”. Anche Ciro sa di essere stato benissimo, ma non vuole ammetterlo “È stato un errore” sempre questo dice, oltretutto continua a pensare al suo amico morto suicida. In nottata rientra a Torino e vede Marika che nel frattempo si era preoccupata perché il ragazzo si era reso irreperibile. Ciro però la tratta freddamente. “Dove sei stato, mi sono preoccupata?” dice la ragazza e l’uomo risponde: “Ho lavorato tutta la giornata, poi sono stato a scuola, ora però sono stanco voglio andare a dormire. Scusa. Buonanotte”. La notte Ciro ha l’incubo di quella maledetta sera di 15 anni fa e vede l’immagine di Antonio in obitorio. Ciò lo turba e sconvolge di più. Durante la giornata successiva evita Marika, ma la sera la ragazza va da lui e chiede spiegazioni, lui però è sfuggente, la tratta freddamente, lei tenta di baciarlo, ma lui si scansa, e le dice: “Siediti ti devo parlare” Marika è ansiosa e con le gambe tremanti si siede, ha paura e lo ascolta. Ciro inizia il racconto: “Avevo 16 anni, ero in balia delle cattive compagnie, vivevo di scippi, furti, spaccio. Un giorno però volevamo fare di più, così entrammo in un tabacchino con l’intenzione di rapinarlo, ma il tabaccaio reagì uccidendo il mio amico, a quel punto l’altro ragazzo ha ucciso il tabaccaio, noi siamo scappati ma la Polizia ci ha fermati e arrestati. Mi sono fatto due anni di riformatorio e 13 di carcere, ero un mostro, picchiavo mia madre, ero violento. Ero diverso, il carcere mi ha cambiato. L’altro giorno il mio amico si è suicidato nella sua cella e io sono andato a Napoli”. Marika ascolta con occhi sgranati, è immobile, con lo sguardo perso nel vuoto. Il ragazzo che le ha fatto perdere la testa non è chi dice di essere. Gli dice solo: “Come hai potuto mentirmi?? Sei un mostro, un assassino!!!” Ciro la calma, lei piange, l’abbraccia, lei stranamente non si scansa, si sente rassicurata in braccio a lui. “Ti prego perdonami” le dice il ragazzo. Marika lo guarda: “Io ti amo, mi sono innamorata di te” Ma lui dice: “No non posso, io voglio entrare in seminario, diventerò sacerdote”. Marika è devastata. Piange, si dispera, non vuole perdere quel ragazzo che tanto ama. Lui la bacia sulla fronte e dice: “Perdonami ma la mia strada è quella, non odiarmi”. Va via, anche lui piange, chiama a Don Luigi gli dice: “Le ho detto tutto, ora sta male, ha già sofferto troppo per colpa mia, devo partire il prima possibile, così si dimenticherà di me”. Il prete risponde:” Ora sono a Roma al Vaticano tornerò tra tre giorni, prepara le tue cose che appena torno a Torino partiamo”. In questi giorni Ciro decide di andare in un B&B per evitare di vedere Marika, che però non si arrende, vuole quel ragazzo così il giorno dopo la sera va a casa sua e vedendo le valigie dice: “Sei in partenza?” “Si” dice il ragazzo.” ” Non partire, ti prego” dice Marika, che tenta di baciarlo, lo fa sul collo, labbra, lui le prega di fermarla: “Ti prego fermati” lei dice: “Lo so che mi desideri lo sento” così lui cede, si abbandonano di nuovo alla passione. L’indomani si sveglia tra le braccia di Ciro lui le sorride: “Buongiorno principessa le dice” lei gli da un bacio, è felice tra le sue braccia si sente al sicuro protetta. Ciro ha capito di amare quella ragazza, e vuole stare con lei, ma comunque ha intenzione di aiutare i ragazzi di strada e i detenuti. Chiama Don Luigi comunicando la sua scelta e il prete è felice. I due ragazzi vanno a vivere insieme, e Marika lo aiuta nello studio. Nel frattempo torna Paolo l’ex di Marika. Quando vede Ciro ride e dice a Marika con aria arrogante: “Te la fai con gli avanzi di galera, complimenti bel salto di qualità”. Lo guarda con disprezzo, proprio come disse Ciro a Marika il giorno in cui si parlarono la prima volta. Ciro capisce il modo in cui lo guarda, è abituato a certi sguardi. Marika dice a Paolo: “Ciro mi ha raccontato tutto, so tutto”Complimenti” gli dice Paolo, e continua:  “Dalle ville più lussuose di Torino alle Vele di Scampia, tuo padre si arrabbierá a morte” e lei con fermezza risponde: “Io non sono il suo zerbino come te, io mi faccio rispettare tu mentre sei il suo cagnolino.” Ciro chiede a Paolo di andare via, lui sorride sarcasticamente e dice: “Vado via si ma non finisce qui”. Dopo qualche giorno arrivano a casa dei ragazzi i genitori di Marika. Ciro apre la porta, indossa solo dei pantaloncini, è mezzo nudo e si trova avanti una donna, elegantissima, alta magra, castana con occhi azzurri, ingioiellata e con una pelliccia, e dietro un uomo austero freddo, elegante, calvo e con i baffi brizzolati. Sono i genitori di Marika. Il ragazzo è imbarazzato, e l’uomo con aria da snob e altezzosa dice: “Lei chi è e che qualifica ha per girare mezzo nudo a casa di mia figlia” dopo arriva Marika con indosso solo un asciugamano corto che lascia scoperte le gambe, e dice: “Ciro amo….” vede i genitori e si blocca “Che ci fate qui” dice meravigliata “Sono venuta a vedere la mia bambina” ribadisce la madre. Nonostante sia elegantissima e sembri snob la donna in realtà è gentile e si presenta: “Piacere Ginevra, tu devi essere Ciro, Marika mi ha parlato tanto di te” il ragazzo sorride e dice: “Piacere mio signora.” Il padre di Marika con aria arrogante dice: “Roberto“. Ciro si sente a disagio, l’uomo gli fa sentire la differenza sociale. Ginevra dice: “Se mia figlia vuole te vuol dire che sei un ragazzo in gamba, venite a cena a casa nostra domani“. I ragazzi accettano. Nel frattempo Roberto guarda la casa con aria schifata. L’indomani vanno a casa della ragazza. Ciro vede un grande cancello che si apre, e si trova avanti ad un viale alberato enorme, rimane con occhi aperti, sgranati, alla fine vede una villa grandissima, con piscina, un campetto da tennis e una depandance. ” WOWW! Sembra un film è una casa stupenda! Ma tu vivevi qui??!” Dice meravigliato a Marika. “Si” dice la ragazza. Scendono dalla macchina, arriva un uomo vestito con una divisa, Marika gli corre verso urlando: “Giorgiooooo” e l’abbraccia, avrà 50 anni “È il giardiniere di casa” dice la ragazza. “Conosco Marika da quando è nata” dice Giorgio a Ciro. Si apre la porta e dietro c’è una donna vestita da cameriera è Adele: “Ciao Marika!!” dice e le donne si abbracciano. La ragazza gli presenta Ciro: “È la mia seconda mamma” dice in un secondo momento. Entrano in casa e Ciro guarda a bocca aperta, non ha mai visto niente di tutto ciò, affreschi sulle pareti, oggetti lussuosi, quadri, stanze enormi, e una scala in mezzo ad un ingresso grandissimo che sale al piano di sopra, è a chiocciola. Poi vede tante foto degli innumerevoli viaggi di famiglia, Ginevra gli va vicino fa gli onori di casa e spiega dove sono state fatte tutte quelle foto, hanno girato mezzo mondo, mentre Ciro è rimasto sempre e solo a Napoli e ora Torino poi basta. Si rende conto che lui appartiene ad un mondo totalmente opposto. Gli sembra di sognare, ha vissuto in un monolocale di Scampia e in una celletta del carcere, e non ha mai visto nulla di simile. Dopo si dirigono verso una grande sala da pranzo, con una tavola ben apparecchiata, con stoviglie bellissime vari bicchieri e posate: “Papà ancora non viene?” Esclama Marika “Arriverà tra poco” dice Ginevra e continua dicendo: “Aspettate in salotto, io devo andare in cucina a dire alcune cose alla cuoca.”Perché avete anche una cuoca?” dice Ciro “Certo” risponde Marika e continua: “Mia madre è una frana in cucina!” e ride. Dopo i ragazzi si siedono sul divano sono soli e iniziano a baciarsi. Sentono bussare, il maggiordomo apre la porta sono Achille l’autista e il padre che austeramente e indignato dice: “La prossima volta vi trovo direttamente a letto? Hai dimenticato la buona educazione, ma succede quando te la fai con certa gente”. Con freddezza l’uomo dice di mettersi a tavola, iniziano a mangiare serviti da Adele. Ciro ha difficoltà a capire la posata da usare e Marika timidamente gli fa segno, ma ciò non sfugge allo sguardo austero del padre che guarda il ragazzo con disprezzo. “Dimmi qualcosa” dice Roberto al ragazzo “Non so cosa dire” poi aggiunge: “Complimenti per la casa.” poi cala il silenzio. Ginevra per sdrammatizzare dice: “Marika ci ha distrutto mezza casa da piccola, ballando rompeva tutti gli oggetti che abbiamo acquistato nei viaggi e i regali di nozze” I tre ridono, tranne il padre che esclama. “MARIKAA!!! Voglio sapere perché, perché mi fai questo?” Non ti ho fatto mancare nulla, viaggi nei migliori posti del mondo, carta di credito illimitata, shopping nei negozi migliori di Torino, autista, domestica, hai studiato nelle migliori scuole, alberghi di lusso, villa al mare, in montagna, barca e mi ripaghi così? Vivevi in una reggia ma hai scelto di stare in una squallida bettola di periferia. Potevi studiare economia in America ma hai scelto Biologia e ho accettato, hai lasciato Paolo praticamente sull’altare e ho accettato, ma ora basta, questo non posso accettarlo è troppo, non possiamo tollerare, secondo me lo fai apposta, non c’è altra spiegazione” “Papà smettila” dice la ragazza, “No Marika, no, lo vuoi capire che lui mira a tutto questo??? È un delinquente, un assassino. Sei un’ingenua” chiosa il padre. Ciro si vergogna, terribilmente, abbassa la testa, non parla. Ginevra cerca di calmare l’uomo ma senza risultato. Roberto continua: “Se continui a stare con lui ti diseredo” Marika dice: “Me ne sbatto dei tuoi soldi, e delle tue minacce”. A quel punto Ciro offeso si alza e va via dicendo: “Ho sbagliato, ho pagato i miei errori ma non accetto certe offese, lei è soltanto un classista che si permette di giudicare le persone puntando il dito e guardando tutti dall’alto verso il basso, non ho intenzione di stare un minuto di più qui”. Si alza e va via. Marika lo segue dicendo al padre che anche ora ha rovinato tutto. “Se vai via dimenticati di avere un padre” Marika con fermezza si dirige verso l’uscita. La madre avanti la porta la ferma e la ragazza dice: “Mamma io non sono una succube come te, non farò mai quello che mi dice lui” L’uomo urla “Sei diventata una selvaggia anche tu, ma non permetterò mai che mia figlia un membro della famiglia Ansaldi si possa imparentare con certa gente”. La ragazza va via insieme a Ciro. A casa si scusa con lui e dice: “Mio padre è sempre stato così, autoritario, dovevo essere la numero 1 in tutto, a scuola, nello sport, musica, se qualcosa non andava mi mortificava. Lui si crede Dio sceso in terra, ma alla fine la ricca è mia madre, lui lavorava nella banca di famiglia.Si sta comportando come fece mio nonno con mia madre. Oltretutto l’ha sempre tradita con la segretaria che avrà la mia età, mia madre gli ha perdonato di tutto, non sai quante volte ha scoperto macchie di rossetto sulla camicia e vari scatoli con gioielli che regalava alle sue amanti, e i weekend con loro spacciati per viaggi di lavoro. Non mi ha mai dato affetto, mai un bacio o un abbraccio, niente.” Ciro la rassicura e la bacia in testa. “Sono abituato a certe sceneggiate” e alza le spalle. Dopo qualche giorno arriva Paolo il suo ex, ferma i ragazzi e dice a Ciro: “Annalisa la ricordi?” Ciro sgrana gli occhi, Marika risponde: “Annalisa chi è?” “Fattelo dire dal tuo amico” esclama soddisfatto Paolo e ride. Ciro dice sconvolto: “Annalisa era una mia ex ragazza, avevamo 15 anni e lei rimase incinta, volevo che abortisse ma non lo fece, io allora decisi di punirla, e insieme ai miei tre amici, la violentammo in gruppo, e perse il bambino. Poi lasciò Napoli e non ne seppi più nulla”. Quando racconta vede i flashback di quella giornata. Marika sconvolta: “Come hai potuto fare una cosa del genere???!!! Sei un mostro, era solo una ragazzina, e tu le hai rovinato la vita, era tuo figlio” lui dice: “Non sai come sono pentito, prima ero un delinquente, ero totalmente diverso.” Marika però stavolta è decisa, non vuole vederlo più: “Ho paura di te adesso, ti sei macchiato di una cosa gravissima, mi fai schifo.” “Non avere paura di me, non sono così adesso, io non ti farei mai del male” Marika lo caccia da casa. Il giorno dopo contatta i genitori e Paolo, vuole tornare con lui, ma in realtà sa che è per ripicca. Ciro lascia l’appartamento va da Don Luigi e lo prega di entrare in seminario, e dopo tanta insistenza cede e acconsente così lo accompagna a Vercelli. “Non capisco perché hai cambiato idea così improvvisamente, ma se vuoi questo non posso fermarti” e va via. Nel frattempo fervono i preparativi per il matrimonio di Marika e Paolo, la ragazza però è triste, sa che è stata solo una ripicca. A casa sua prova il suo abito da sposa, è bellissima, ma mentre si guarda allo specchio pensa sempre e solo a Ciro, infondo si pente di averlo lasciato, così molla Paolo fa saltare il matrimonio ancora una volta. Chiama a Don Luigi dicendo: “Ciro dov’è?? Ho bisogno di parlare con lui.” Il prete risponde: “È a Vercelli” Marika corre da lui. Entra nell’edificio e vede Ciro vestito da seminarista intento a pregare. Rimane di stucco, lo chiama lui si avvicina la saluta. Lei lo vede vestito così, e rimane in silenzio, allibita. Il ragazzo che ama sta per diventare sacerdote. Lui dopo averla salutata la porta nella sua celletta, una piccola stanzetta, fredda, spartana con una scrivania una sedia, una finestrella, una panca per pregare, e un letto piccolo e duro. “Mi sembra strano vederti vestito così” gli dice. Ciro risponde: “Ti ci dovrai abituare” poi le chiede: ” Come stai?” “Male” risponde Marika.  “Ho fatto saltare il matrimonio con Paolo ancora una volta. Perdonami, ti prego io ti amo, io voglio te,e sono sempre più sicura di questo. Quella sera ho sbagliato, ma quando ho saputo di quella vicenda sono rimasta sconvolta” ribadisce la ragazza. Ciro dice che è tardi oramai, ha deciso vuole fare il sacerdote e continuare a fare il seminarista. Marika però sa che lui non resiste al suo fascino e lo seduce, gli sfila il colletto bianco. Ciro però la ferma: “Ti prego vai via, dimenticami, è la cosa migliore.” Marika fugge sconvolta. Guida con le lacrime agli occhi, corre, perde il controllo della macchina che sbanda e sbatte su un albero. Viene ricoverata in gravi condizioni all’ospedale di Vercelli, Ciro è avvisato da Don Luigi, corre da lei. Ma il padre gli urla contro. “Guarda come hai ridotto mia figlia!! Delinquente!!!“. La madre tenta di calmarlo, lui lo caccia fuori, ma Ciro insiste e vuole vederla. Lei è lì in un letto, intubata, che dorme. “Come sei bella” dice Ciro “Amore mio non lasciarmi, ti amo, perdonami” dice il ragazzo tra le lacrime. La ragazza è in coma, ha avuto un trauma cranico e varie ossa rotte. Lui le stringe la mano, se la porta alla bocca, la bacia “Svegliati amore mio” le dice e poi continua a ripetere “Ti amo” . Dopo miracolosamente apre gli occhi, e vede il suo amore Ciro. Lei accenna un sorriso, si è svegliata, e la prima cosa che vede è Ciro in lacrime che le sorride e le dichiara il suo amore.

Salto temporale di un anno…

Ci troviamo nella casa di Marika nel giardino ci sono lei con Ciro, Ginevra e Roberto che pare finalmente si sia addolcito e abbia accettato il ragazzo. Stanno festeggiando il diploma di Ciro. Marika in braccio ha un batuffolo di pochi giorni è la bambina che ha avuto con il ragazzo, si chiama Vittoria, perché dopo tutto quello che è successo il loro amore ha trionfato, ed è stata una vittoria. Bussano al campanello e arrivano Don Luigi e Concetta la madre di Ciro che si sente molto imbarazzata e a disagio, ma Ginevra la metta a suo agio. Il ragazzo nel frattempo comunica che ha intenzione di iscriversi all’Universitá alla facoltà di Economia, per lavorare nella banca di famiglia. Finalmente l’amore ha trionfato.

 

 

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3 Comments

  1. FilippoArmaioli
    FilippoArmaioli

    Come il suo omonimo Ciro Grillo, anche questo tuo Ciro non merita la seconda opportunità datagli, ha gettato la sua vita e quella di altri nel water che contenesse la maggior parte di marrone fuoriuscente…A parte l’antipatia per un protagonista così, il racconto è bello, tanto che pare una storia vera. Lo è?

    Il finale pecca nel fatto che pare una sceneggiatura di film e non più un racconto (“Ci troviamo”) ma vedo che lo fanno in tanti e più che errore mi piace vederlo come scelta di stile.

    1. streghetta1990
      streghetta1990

      Grazie ancora. Premetto che in vita mia non ho mai scritto nulla, tranne che i temi a scuola🤣. Non scrivo da anni quindi sono praticamente una “novellina”. Per quanto riguarda il poter avere una seconda possibilità, non sono d’accordo, mi dispiace. Diciamo che tutti sappiamo la realtà di quel quartiere, quindi un fondo di verità c’è, lui è un ragazzo crescito senza guida, senza un
      padre e con una madre che è stata una grande lavoratrice. Alla fine Ciro non ha ucciso materialmente l’uomo, ma in passato ha commesso crimini atroci, come quello sulla sua ex ragazza, e maltrattare la madre. Diciamo che volevo lanciare il messaggio che non bisogna avere pregiudizi, e che il carcere davvero cambia le persone e che tutti abbiamo diritto ad una seconda possibilità. Ho messo in evidenza la dispersione scolastica, e che non è mai troppo tardi per rimettersi a studiare, infatti Ciro addirittura si iscriverà all’Università. Poi ho sottolineato lo stato dei detenuti nei carceri, infatti Antonio distrutto dai sensi di colpa si suicida e purtroppo ciò succede. Ciro addirittura vuole farsi sacerdote per pulirsi la coscienza per sentirsi meno in colpa, e qui si capisce come davvero sia cambiato.Un altro messaggio che volevo lanciare è che la vita non è come sembra, anzi. Marika all’apparenza ha tutto, bellezza, ricchezza, intelligenza, ma in realtà la sua è una gabbia dorata, e non bisogna confondere la felicità con la ricchezza. I due protagonisti vengono da mondi opposti, eppure all’inizio nessuno dei due è felice. E questo volevo fare passare. Lo stato di felicità non dipende né dalla posizione economica né da quella sociale. Per quanto riguarda il finale purtroppo non riesco ad essere meno “rapida”, magari con la conclusione ho fatto perdere un po’ la parte realistica del racconto dando un tocco favolistico.😊 Però vedo che in molti film succede così. Ma lungi da me paragonarmi ad un regista 😊. Presto ne pubblicherò un altro,e poi è in bozza un racconto, lungo ma molto molto lungo, e sarebbe opportuno farne più capitoli. Grazie ancora per aver speso 10 minuti di tempo per leggere il mio racconto.