In Brasile andai con Marko e Veronica, due tipi del partito dello spaccarsi il culo in trattoria. Il nostro ristorante andava malissimo: non sapevamo cucinare un cazzo e invece di lavar piatti li spaccavamo.
Veronika vendeva coccobello d’estate e guadagnava per tutti e tre,tanto cocco riusciva a vendere. Tanti alberi rimanevano senza frutti proprio per quelle vendite di cocco così veloci nel fare andare quei cocchi nelle mani dei mangiatori e i soldi degli stessi nelle tasche di Veronika.
Arrivammo in Brasile volando in aereo.
Per mare sarebbe stato lungo mentre in auto sarebbe stato come darsi una scarica di taser nelle palle (come in Scream 6) mentre la macchina sarebbe sprofondata annegandoci e in bicicletta avremmo dovuto pedalare oltre la velocità della luce per rasentare come gesucristi il pelo dell’acqua sulla superficie.
Salutammo i nostri amici all’imbarco:
– Ippabaugisis!-
disse un cretino di loro inventando una parola senza senso. Era Francesco “Checco”Impotta, uno che andava la sera a giocare a biliardino al Bar Zotto e si perdeva tanti altri eventi giocando solo a tirar palline.
Io vidi un sacco di belle ragazzette e volli farmene alcune,quindi mi avvicinai e volli dare denaro (il minimo) a loro in cambio di infrattamenti sporadici con sorprendenti scambi di emozioni corporali.
Vidi una suora graziosa, volevo fare anche con lei ma niente da fare: era più forte la sua fede del mio pesce/spada.
Noi si andava per vedere questo Brasile.
C’erano sì le coltivazioni di platani e tanti altri frutti e ortaggi,ma ci stava di notte anche tanto giro di ragazze giovani e giovanissime che parevano bighellonare per essere accalappiate o da balordi arrapati o da buoni angeli del fare del bene che le interrogavano per saper come andasse loro della vita. E le storie loro neanche a dirlo eran sempre le stesse più o meno tipo che dovevano mangiare tutti i giorni e questa preoccupazione era nei loro visi a volte stanchi,nei loro sguardi tremanti.
Noi se ne videro, ma poche e non ci fermammo perché non sapevamo una ceppa di portoghese.
Veronika volle vedere dei murales che per trovarli si camminò assai per non so che dove.
Anni dopo mi avete visto vagare per strada,mi avete fermato e vi ho detto:
– Sono un nomade,e bevo solo Sicilia LemonSucco.-
Bellissima composizione complimenti ho letto con molto interesse.
È divertente e simpatico questo scritto!
Grazie…il Brasile deve essere un bel posto,specie per noi maschietti…ma se non vedono dove vanno le loro figlie son guai per quella gente
Ed ora un racconto nuovo spero divertente
Anche se i temi sono quelli,gli stessi di sempre
Si va adesso per aver scritto un buon numero di racconti.
Ed ecco che vado per pubblicare
Non è un gran che ma per ora questo c’è.