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c’è abbastanza tempo da ammazzare anche stasera:
rimanere qui davanti tutto questo tempo per iniziare a scrivere solo adesso…
L’ultima notte blu del duemila quindici, blu come il periodo di Picasso senza niente di nuovo da poter raccontare, qui ad annoiarmi puntualmente a ridosso di queste finte scadenze concesse.
Non c’è tempo o non è mai abbastanza per chi ha l’orologio biologico dell’anima fermo alle 4 e 29.
Non è certo il tempo che mi condiziona, è solo orientarsi in questa obsoleta concezione della vita, universalmente approvata che mi crea problemi..
In ritardo per tutti i treni di tutte le stazioni della mia esistenza, e troppo in anticipo agli appuntamenti col destino abbastanza da stufarmi dell’attesa giusto appunto per andarmene.
Orologi, calendari; calendari, ore, lancette date e clessidre: parole e marchingegni dell’ansia e dell’insoddisfazione.
Sofisticatissime trappole e prigioni che mi fanno venire voglia sparare i vostri fuochi d’artificio in anticipo, stapparvi gli spumanti a dosso mentre siete ancora a contare in ordine decrescente bloccandovi tra il 7 e il 6, bagnandovi completamente nel tentativo di svegliarvi da questa stupida illusione.
Invece vi osservo da lontano, focalizzandomi sui vostri sorrisi che scoppiano lentamente sui vostri volti mentre contemporaneamente coreografie di luci colorate si aprono sul cielo della città, stupore e sorpresa si unisce mentre sempre molto lentamente vi avvicinate indicando una luna assente in un notturno cielo sporco e di piombo maleodorante.
Percepisco ogni singolo dettaglio, un colibrì esegue dai 12 agli 80 battiti di ali al secondo, ed io riesco a contarli a distinguerli tranquillamente.
Così come me anche lui è un vampiro, solo che lui lo è per la specie floreale, mentre io ancora mi cibo di sangue umano.
Un tempo era caldo e vergine non potevi non innamorarti di quel gusto così fine che al tempo stesso solleticava tutto il palato; poi venne la carestia e ti dovevi accontentare di tutto o di quel che cera, ma gli umani mangiavano sempre peggio crescevano in cattività così pure noi iniziammo ad ammalarci ed indebolirci.
Incredibile pensare che pure i vampiri figli illegittimi del demonio si sarebbero ammalati un giorno e avrebbero iniziato a morire rischiando l’estinzione.
Ho visto cambiare civiltà intere, “evolversi” in così poco tempo e dopo tutto ciò non posso far altro che constatare l’assurdità della vita, non ho niente di più da poter aggiungere di un semplicissimo uomo triste sulla quarantina.
Una vita abbastanza assurda da riuscirmi a far sentire un vampiro qualunque, solo in questa folla di altre persone, apparentemente uguale a loro ad una festa sul tetto di una skytower newyorchese, nascosto nella folla aspettando l’alba del nuovo anno, la prima dell’anno, l’unica alba che possa vedere un vampiro.
Ho imparato da voi uomini i propositi per l’anno nuovo, bhè io volevo alleviare le mie pene e al tempo stesso farò qualcosa che non son mai riuscito a vedere: l’alba.

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2 Comments

  1. Alcano
    Alcano

    Bello, malinconico addio di un eterno all’eternità, quando essa appare priva di scopo e di sostanza.
    Ricorda, ma solo nella melanconia, un racconto che scrissi tanto tempo fa.
    Si intitolava “Rimorsi”, che, parlando di un vampiro che morde sul collo le proprie vittime, è quasi grottesco.
    Ottimo stile, bravo.