Leggere scrivere e pubblicare Racconti online su Owntale

Una piattaforma ricca di funzionalità dove pubblicare, leggere e scrivere racconti gratuitamente. Mettiti alla prova e raggiungi il punteggio milgiore!

Percorrendo la strada per dirigerci alla centrale ci imbattemmo in una lunga trafficata fila di macchine, si stavano tutti suonando a vicenda come il rumore di una tromba ad un festival, molto fastidioso.

«Che rottura, non ci voleva! Ora arriveremo in ritardo e chi la sente la sovraintende Dixon?» Sbottò Royce che si stava mettendo le mani nei capelli come segno di disperazione.

«Massi stai tranquillo, non ci dirà niente e per essere più sicuri ora faccio la foto della fila così abbiamo la prova che è la verità» Cercai di tranquillizzarlo in qualche modo, anche perché non volevo far sì che Erika perdesse la sua concentrazione alla guida, visto che la vedevo molto sconcertata.

«Erika? Tutto bene?» gli chiesi.

«Si si! Non preoccuparti e che non avevo mai fatto una fila così lunga, ci metteremo un po’ prima di arrivare..» mi rispose con un sorriso a 32 denti.

Accendemmo la radio per non addormentarci in colonna, ci stavamo muovendo a rallentatore come se fossimo delle lumache, quando arriveremo alla centrale sicuramente non ci sarà più anima viva.

Presi il telefono che mi aveva dato la sovraintendente Dixon e le telefonai.

« Scusi se la disturbo, siamo usciti dalla casa dei Matson ma siamo bloccati in colonna, abbiamo tutti gli apparecchi elettronici che ci servono per l’indagine ci vorrà una mezz’oretta ora che arriveremo lì.»

Dall’altra parte la voce della signorina Dixon sembrava tranquilla e confortevole.

«Non preoccupatevi, ho letto nei notiziari dell’ultima ora che c’è  stato un incidente tra due camion, però sembra essere tutto apposto quindi vi aspetteremo qui.»

Chiusi la chiamata e vidi dal finestrino che ci stavamo muovendo con un pò più di velocità.

Ahimè pure un incidente ci voleva, non bastano gli incidenti tra auto, mo anche i camion che sono il doppio o triplo di una macchina normale.

Mi vennero i brividi sulla schiena.

Dopo una decina di minuti vediamo le macchine della polizia che avevano chiuso l’area interessata dell’incidente, appena passiamo il collega che era li in piedi ci fece cenno di accostare.

Ci fermammo poco prima dell’incidente, Erika abbassò il finestrino.

« Come mai ci avete fermato? Siamo colleghi stiamo andando alla centrale che stiamo indagando su un caso e siamo piuttosto di fretta!»

«Stia calma sergente, non si preoccupi vi lasceremo subito andare, volevamo solo fare un saluto, su che caso state indagando se posso chiedere?» gli chiese il poliziotto.

«Sulla morte di Clarissa Matson, è stato ritrovato il corpo da poco»

«Oddio! Sul caso di Clarissa? Quella Clarissa Matson? Avevamo anche noi provato a cercarla dopo qualche giorno che i genitori annunciassero la scomparsa nel nostro dipartimento a Londra, avevamo scoperto cose molto angoscianti ma non eravamo riusciti a trovarne il corpo..»

Rimanemmo tutti a bocca aperta al sentire quelle parole, non pensavo che il caso di Clarissa era arrivato alla centrale principale di Londra, allora deve essere di estrema priorità.

« Potrebbe venire con noi in centrale? Per spiegarci nei minimi dettagli della faccenda, cosi ci possiamo aiutare a vicenda.» gli chiesi al collega.

« Certo faccio una chiamata per far venire un altro nostro collega qua sul posto.»

Tira fuori dalla tasca della divisa un telefonino tutto nero, un Samsung penultimo modello, chiamò il collega e poi chiuse la chiamata.

Pochi secondi dopo salì in macchina dietro con Royce, mandai un messaggio alla sovraintendente dell’accaduto che mi rispose subito dopo con un semplice “Ok”.

Dopo aver passato la zona dell’accaduto ci muovemmo con la velocità di sempre, così poco dopo siamo arrivati finalmente alla centrale dove ci stava aspettando la sovraintendente Dixon fuori dalla porta che si stava fumando una sigaretta.

Ne avevo abbastanza delle persone che fumavano, l’odore del fumo mi dava la nausea, fino a qualche anno fa fumavo anche io ma dopo l’incidente non riesco a sopportare più niente, ogni volta che le vedo mi viene una fitta al cuore.

Parcheggiammo la macchina nell’apposito spazio, cioè il garage della centrale, era molto spazioso con tutte le file vuote e qualche macchina di pattuglia tutte una infila all’altra.

«Siamo arrivati! Ora scarichiamo la roba e la portiamo all’interno»

«Ben fatto ragazzi, ora ci mettiamo subito all’opera» si congratulò con noi poi si girò verso la direzione del poliziotto che era venuto con noi.

«Chi non muore si rivede, ciao Sergente William»

Aveva chiamato il poliziotto per nome quindi presumo si conoscessero già, magari avevano già lavorato insieme prima d’ora?

« Ciao Giulia, da quanto tempo, avete ripreso a lavorare sul caso della signorina Clarissa? Non era già stato chiuso mesi fa? »

Mi vennero ancora più dubbi dopo questa frase, però rimasi a bocca chiusa e entrai nella stanza operativa insieme a Erika e Royce a seguirci ci vennero dietro la sovraintendente e William.

Appoggiamo gli apparecchi sul tavolo, gli altri sergenti stavano lavorando nelle loro postazioni poi Dixon fece un annuncio:

«Allora ragazzi statemi ad ascoltare, questi sono gli apparecchi che appartenevano a Clarissa Matson, ora ci divideremo in gruppi e ognuno deve riuscire a scoprire qualcosa tramite questi aggeggi.»

Si formarono i gruppi, io finì con i soliti a parte il nuovo aggiunto William, non riuscivo a farmelo andare, mi sembrava troppo una persona presuntuosa che nasconde qualcosa, ma siamo poliziotti quindi non penso sia così, ma il mio sesto senso non sbaglia mai.

« Prima di iniziare a lavorare vorrei presentarvi il sergente William che proviene dalla centrale principale di Londra dove avevamo già lavorato per questo caso, ci deve dire delle informazioni che ha scoperto lui lavorando privatamente per conto suo» aggiunse poi la sovraintendente Dixon.

«Piacere di conoscervi a tutti voi, ora vi dirò cosa ho scoperto lavorando con la mia squadra per conto nostro; La signorina Clarissa era ad una festa di scuola, questo lo sapevamo già, ma non conoscevamo ne il luogo ne chi avesse organizzato la festa; quindi siamo andati a rintracciare tutti i suoi compagni di scuola e abbiamo scoperto che l’aveva organizzata lei stessa, però disse ai genitori che era stata organizzata da un’altra persona per non degnare sospetti.

Abbiamo parlato con i suoi compagni di classe e da un ragazzino avevamo scoperto che si era lasciata da poco perché lei stessa l’aveva tradito, però non siamo riusciti a rintracciare quel ragazzo e avevamo lasciato il caso incompleto per questo motivo»

William finì il suo discorso, non riuscii a spiaccicare parola, è così tutto confuso, quindi il caso sarebbe già risolto no? Il fidanzato è il colpevole? Mi sembra troppo semplice come cosa per finire così, c’è sotto dell’altro sicuramente, qualcosa che purtroppo sia più pericoloso del previsto, come ho detto prima il mio sesto senso non sbaglia mai.

Quindi staremo a vedere.

 

1
0
Lochemartina

Sono una ragazza di 19 anni che gli piace scrivere storie :3 spero vi piaccia la mia storia.

TAGS:

Commenta il racconto di

Lascia un commento

1 Comments