Ronzio in lontananza
Non forte, non abbastanza
Pare così distante a guardar quella danza
Di ciò che non tocca mano qual è la rilevanza?
Il ballo di mosche senzienti
da ciechi destini inseguite e perdenti
Per quanto ignoti e differenti
Come il freddo cala, da soli battono i denti.
Ma qual è dunque della compagnia
quella che si erge a somma ipocrisia?
Lo sguardo assente di nossignoria
o di giocar da strateghi la grande mania?
Ma una sola vi è che spicca in vetta
Il pensiero di saper contemplare bellezza
D’albero i fiori cullati un dì dalla brezza
Ma che son nati ieri, come cadono in fretta.
Bellissimo testo complimenti, buon proseguimento.