Martedì sera, ore 20.35. Rientro a casa dal lavoro.
Fuori è già notte, se si può definire “notte” il grigiore lattiginoso che acceca le stelle. Inquinamento luminoso, lo chiamano. Come se qualunque cosa fatta dall’uomo fosse sporca, anche la luce.
Non faccio una doccia come si deve da giorni. Per fortuna al lavoro a nessuno frega un cazzo. Mi stupirei del contrario, visto che passo tutto il tempo nel retrobottega di un centro assistenza, ad aggiustare PC di analfabeti funzionali. Tutti vogliono un computer, ma che Dio li maledica se sanno come usarlo. Odio la stupidità delle persone, anche se è grazie a quella che mi pago da vivere.
Scaldo nel microonde una mezza pizza avanzata, metto la caffettiera sul fuoco, prendo dal frigo 6 lattine di Red Bull e le infilo nella borsa termica, per non essere obbligato a fare su e giù dalle scale per tutta la sera. Caffè e pizza sono pronti nello stesso istante. Verso il caffè nel termos, raccolgo la borsa. Ci siamo quasi.
Vivo in casa di mia nonna da quando lei è stata così gentile da rincoglionirsi del tutto e andare ad aspettare di crepare in ospizio. È una vecchia casa, di quelle con la porta della cantina nel sottoscala del corridoio. È troppo grande, uso a malapena la cucina, la camera del primo piano e il cesso di volta in volta più vicino. Il resto è un guscio vuoto che puzza di stantio. I miei insistono per farci due appartamenti, ma per quanto mi riguarda possono andare a farsi fottere. Anche Casa Wayne è enorme, ma Batman non ci ha comunque fatto un B&B. Perché ama la privacy.
Controllo che i chiavistelli dell’ingresso siano ben chiusi, prima di scendere in cantina. Il ronzio del server è come il frinire di un insetto gigante. Scendo senza accendere la luce. Mi piace vedere i led colorati delle mie macchine brillare nel buio, come le trappole fluorescenti di mostruosi pesci abissali. Sistemo il piatto e il termos sul tavolo da lavoro, la borsa accanto alla sedia, e accendo l’alogena dietro lo schermo LCD ips da 32”, regolandola al minimo.
Verifico lo stato di funzionamento del server. Constatare come tutto giri quasi alla perfezione mi procura un eccitato formicolio nel basso ventre, come una lontana eco masturbatoria. I dischi SSD da 500 gb con cui ho sostituito la dotazione base vanno alla grande. Nel RACK ci sarebbe posto per altre quattro macchine, ma per ora 32 GB di RAM con processori Xeon ES-2407, per un totale di 8 cores mi bastano. Stringa dopo stringa, vado a caccia di bachi, aggiustando i dettagli del mio sito come un arredatore nevrotico ossessionato dal feng shui. Voglio che tutto sia perfetto, e che ciascuno trovi subito quello che è venuto a cercare.
Quando riesco finalmente a placare le mie ansie da prestazione, verifico lo stato della rete VPN. Rimango sospeso sulla superficie per un momento, come un cacciatore di perle prima della lunga apnea, e poi mi immergo, abbandonando la valle di idiozia dei social e del free porn per raggiungere le oscure profondità. E come un supereroe, indosso la mia maschera e comincio a vivere davvero.
SlutShamer.onion guadagna ogni giorno nuovi estimatori. Il flusso in uscita aumenta settimana dopo settimana. Il fatto che la mia notorietà stia crescendo mi titilla quasi quanto farmi una sega. Il rovescio della medaglia è che prima o poi, attirerò attenzioni non richieste. Sarò costretto a sconnettere tutto, e ricominciare da capo con un’altra identità. È come fare la spia a Berlino durante la Guerra Fredda, immagino. Ma è una parte del fascino di questa cosa.
In un mondo perfetto, quello di cui mi occupo con Slut non dovrebbe essere illegale. Non costringo nessuno a fare niente, come nessuno costringe una quindicenne a vestirsi da puttana, o a farsi filmare mentre spompina compagni di scuola. La maggior parte delle donne non chiede altro che una scusa per tirare fuori le tette o piazzarsi una fotocamera tra le gambe, e questo non è colpa mia. Vogliono fare cose sporche, e vogliono farsi guardare mentre le fanno, o non intaserebbero il cloud loro e del quasi estraneo che chiamano “il mio ragazzo” con foto e filmini nei quali si mostrano per le troie che sono in realtà. L’unica cosa che faccio io è trovare quelle foto, dove loro le hanno lasciate senza preoccuparsi di proteggerle, e condividerle con il mondo, che del resto è lo scopo per cui sono state realizzate.
Ma il mondo è ipocrita, e si preoccupa dell’innocenza di chi innocente non è. Per cui una ragazzina delle medie può farsi sbattere alle feste mentre le amiche fanno video col telefono, ma io non posso guardare, solo perché sono l’unico maggiorenne in tutta la faccenda. E questo è il colmo, considerato che proprio in quanto maggiorenne dovrei poter guardare tutto il cazzo che mi pare. Per mia fortuna, l’utente medio dei servizi informatici è, mediamente, un imbecille. Si approcciano alla sicurezza come idioti che affittano cassette blindate e poi dimenticano la chiave nella serratura. Poi portano il computer ad aggiustare perché hanno scaricato troppa merda, e a quel punto mi basta allungare una mano. A volte mi chiedo quanti tra i miei affezionati utenti siano padri di famiglia, che accompagnando le figlie adolescenti a scuola, guardano minigonne e top attillati e non riescono ad ignorare il borbottio che sale dai loro pantaloni. E il criminale sarei io.
SlutShamer ha una chatroom, nella quale gli utenti posso scambiare consigli e commenti. Li sorveglio con discrezione tramite una delle mie identità. 3vilHost per il momento è la mia preferita. Il brutto con i nickname è che quando cominci ad affezionarti per esserti fatto un nome, è il momento di cambiarli. Mi è successo con Brutal127.
Non avevo ancora un sito, all’epoca. Mi limitavo a rubacchiare e condividere, come una specie di Robin Hood della masturbazione. Non mi è mai fregato un cazzo di scoprire chi sia il ritardato che ha condiviso uno dei miei contenuti nella rete di superficie. In un certo senso lo capisco anche. Il video di BettyB03 era un capolavoro, specialmente considerando che lo avevano girato dei ragazzini con un telefono. Così bello che ne ricavarono dei meme. In quel momento Brutal127 era qualcuno, nel deep web. Eccitante. E pericoloso. Tanto che ho staccato tutto e mi sono tenuto lontano dai guai per un po’. Ogni volta che un’auto rallentava fuori di casa, temevo fossero gli sbirri. Fortunatamente nessuno si avvicinò neppure a capire chi avesse rubato il video. Non so che fine abbia fatto il fidanzatino cineasta in erba. Per quanto riguarda BettyB03, quando tutti scoprirono chi era, si buttò sotto il treno che avrebbe dovuto portarla a scuola. Un destino più che meritato, se sei così stupida da nascondere la tua identità sotto un nick che comprende diminutivo del nome, iniziale del cognome e anno di nascita, e poi ti fai filmare mentre scopi.
È stata la storia di BettyB03 a darmi l’idea per Slut. Mi sono fatto una certa esperienza, e condivido solo materiale di prim’ordine. Ho migliaia di foto, e centinaia di video, tutti di ottima qualità. Comincio a pensare che potrei farci dei soldi, almeno per coprire le spese di gestione. Se non mi ucciderà la mancanza di sonno, lo farà la bolletta della luce.
Tengo aperta la finestra della chat, mentre carico le ultime novità nel mio catalogo. La pizza si è raffreddata, ma pazienza. Mangio qualche boccone leggendo commenti. Una parte del lavoro è tenersi aggiornati. Nel deep web non esiste vera concorrenza. Il concetto base è condividere. E anche se non mi fa piacere scoprire che qualche figlio di puttana sostiene di aver trovato materiale più fico del mio, sono sempre curioso e aperto alle novità. Dopo tutto non è una gara. È collezionismo.
PersianLover7, utente mai visto, sta chiedendo feedback riguardo SlutShamer. Non puzza di NSA, tanto che qualcuno dei miei soliti utenti si azzarda a rispondere. Il tizio nuovo sembra un esperto. Partecipo alla conversazione.
3vilHost: COSA CERCHI ESATTAMENTE?
PersianLover7: CHEESE PIZZA?
3vilHost: POSTO SBAGLIATO
PersianLover7: OK. CE L’HAI GangB32?
Mi prende per il culo? Quello del branco di brasiliani? C’è mancato poco che passasse al TG delle 20.
3vilHost: PROVA SU YOUPORN
PersianLover7: LOL.
3vilHost: JAILBAIT. BARELY LEGAL. FOTO E VIDEO PRIVATI NON CONDIVISI. ACCOMODATI.
PersianLover7: CERCO ROBA FORTE
Ho a che fare con un navigatore degli abissi in gita turistica. Mi fa piacere che la fama di Slut arrivi fin laggiù. Cerco di essere d’aiuto.
3vilHost: PROVA CPChat-dot-onion ANCHE SNUFF
PersianLover7: NON È IL MIGLIORE
Strano. Che io sappia lo è.
3vilHost: CONOSCI DI MEGLIO?
PersianLover7: CERTO. JAILBAIT14?
3vilHost: PER QUELLO IL MIGLIORE SONO IO. MA PENSAVO VOLESSI ALTRO.
PersianLover7: VOGLIO FARMI UNA SEGA COME SI DEVE.
3vilHost: COME TUTTI.
PersianLover7: CE L’HAI QUELLO DELLA MORTA?
3vilHost: NO SNUFF
PersianLover7: QUELLA DEL TRENO. BettyB03. MI PIACE SAPERE COME VA A FINIRE.
Ok. Dovrei sconnettermi ora.
Forse la polizia non ha smesso di cercare. Allungo una mano verso il router.
Lui insiste.
PersianLover7: SGs. NE HAI?
Sono in paranoia. Me ne accorgo quanto comincio a guardarmi attorno come un cretino. Sono solo in cantina. Solo in casa. Nessun rumore insolito dalla strada.
Calma.
Se spengo tutto ora, SlutShamer finisce off line finché non me la faccio passare. Giorni. Settimane. Poi sarà come dover ricominciare da capo.
Che cazzo è SGs?
3vilHost: SGs?
PersianLover7: MA NON ERI IL MIGLIORE?
Ricomincia a prendere per il culo. Sembra rilassato. Mi rilasso anch’io. Vediamo dove vuole andare a parare.
Per cosa sta SGs?
3vilHost: È UN VIDEO?
PersianLover7: DAVVERO NON LO SAI? GENERE.
Non ci sto a passare per il coglione. S.G.s. Acronimo di che cazzo? C’entra BettyB03.
3vilHost: SuicideGirls?
PersianLover7: BINGO.
Video di ragazze che si sono suicidate? Cazzo. Eccitante, in effetti.
PersianLover7: NE HAI?
Certo che no. Doverlo ammettere è come dichiarare scacco matto.
3vilHost: NO. BettyB03 NON GIRA PIU’ DA PARECCHIO.
PersianLover7: FALSO. VISTO UN MESE FA.
Perfetto. C’è qualcuno che si fa un nome con la roba che ho diffuso io, ma non ho le palle di gestire?
3vilHost: VISTO DOVE?
PersianLover: DAL MIGLIORE. EVIDENTEMENTE. HA QUELLO E ALTRI. GENERE SGs, APPUNTO.
Porca merda.
3vilHost: CHI SAREBBE IL MIGLIORE QUINDI?
Ora è lui a esitare. Spero non se ne sia andato.
PersianLover7: PleasureDome54-dot-onion. PROVA QUI. BUON DIVERTIMENTO.
PersianLover sparisce dalla chat.
SGs. Cerco di ricordare quante notizie ho sentito di ragazze che pensavano fosse divertente fare la porno diva per un giorno, o che non pensavano affatto. Di alcune ricordo i volti dalle foto sui siti di news, e le storie tutte uguali. Stupide troie che hanno tentato di cavalcare la bestia di internet, e sono finite divorate. PersianLover7 ha ragione. È un ottimo argomento per una sega.
PleasureDome54. Sembrerebbe un cazzo di nome alla Marchese De Sade. Mai sentito, comunque. Cerco qualche informazione in più, bazzicando chatroom e siti. Non trovo un gran ché.
Controllo l’ora. È da poco passata l’una. Il caffè è finito, ma ho ancora cinque Red Bull. Tra non molto mi scapperà da pisciare, ma ci penserò al momento. È tanto che non vedo il mio capolavoro, BettyB03. Clicco, e mi collego.
Connettersi a un nuovo sito è un tuffo nel passato. Il deep web è come internet, ma 20 anni fa. Lento, e dalla grafica dozzinale. Perlomeno non c’è la pubblicità. Ma questo sito in particolare sembra ancora più grossolano di quanto sarebbe lecito aspettarsi.
La pagina iniziale è nera. PleasureDome54 è scritto in alto a sinistra, le sottosezioni snocciolate una dopo l’altra come in una lista HTML. Come andare ad aprire la porta nudi e con lo shampoo in testa. I nomi delle sezioni non sembrano altro che codici, simboli e numeri in mezzo ai quali è difficile capire come muovermi. Provo ad accedere a qualche pagina.
La prima in cui mi imbatto sembra un videogioco. Lo scarico. È una cosa alla Doom, in prima persona, con un corridoio appena stilizzato in cui muoversi avanti e indietro. Il sonoro è un mixaggio di sussurri, versi animali e canzoncine infantili. Pacchianate alla creepypasta. Sembra esserci qualcuno, nel buio appena oltre il ristretto campo visivo. Si vede il baluginio della luce nei suoi occhi. Curiosamente, è l’unico dettaglio a colori del gioco.
Un occhio è verde, l’altro rosso.
Tento di correre avanti per vedere cosa sia. Niente. Gli occhi restano sempre fuori portata. Dev’essere un glitch.
Mi rompo presto il cazzo e torno alla pagina iniziale. Frugo in cerca del porno. Trovo il video di una esecuzione capitale. Le foto di un cadavere di donna squartato in quattro parti alla Black Dalia. Tutta roba già vista. Comincio a pensare che PersianLover7 mi abbia tirato una fregatura. PleasureDome però sembra davvero molto grande. Ogni pagina si ramifica, rimandando a nuove sezioni, sottogruppi, cartelle. È troppo vasto per esplorarlo alla cieca. Di nuovo, torno all’inizio, e cerco la chat. La trovo abbastanza facilmente. Accedo come 3vilHost.
3vilHost: CERCO SGs.
Per un po’ non si fa avanti nessuno. Resto in attesa con la sensazione di trovarmi nel carapace svuotato di un insetto morto. Poi, come una voce dal buio, compare un interlocutore dal nome pittoresco.
DragonGoath: Benvenuto, 3vilHost.
Strano approccio. Da queste parti si evitano i convenevoli per andare dritti al sodo. Cerco di assecondarlo, anche se con un nick del genere comincio a pensare che possa essere uno di quegli stronzi che per masturbarsi mettono tutine di latex con il culo di fuori. Il mondo è bello perché è vario.
Come fa a cambiare il font della chat?
3vilHost: CIAO. GRAZIE. SGs?
DragonGoath: Ti piace sapere come va a finire?
Stesse parole usate da PersianLover7. Forse è una specie di suggerimento per cosa cercare. Ma ci sono troppi acronimi possibili. Comunque non voglio passare da sprovveduto. Troppe prese per il culo in una notte sola fanno male all’autostima.
3vilHost: BINGO
DragonGoath: Un tempo il suicidio era considerato l’unico modo per salvare il proprio onore. È ancora così in alcune culture.
Ok. Primo, per quanto ne sa questo stronzo potrei essere giapponese. E secondo, sono qui per masturbarmi, non per una lezione di antropologia.
DragonGoath: Adoro che oggi una tragedia sia diventata qualcosa di cui ridere. “Il meritato destino di una stupida troia”. Tutto si sbriciola. Come un tempio che crolla. Lo trovo magnifico.
È pazzo, o finge di esserlo per darsi un tono. Provo a insistere, nella speranza che alla fine mi dica dove trovare questi cazzo di video, nel labirinto che chiama sito.
3vilHost: SONO CONTENTO PER TE. SGs DOVE?
DragonGoath: SlutShamer-dot-onion deve fare un salto di qualità. Sono d’accordo.
Ho capito. Mi conosce tramite la mia chat. Forse è addirittura lo stesso PersianLover7, che mia ha buttato una lenza. Starà gongolando al pensiero di avermi fatto abboccare. Astuto pezzo di merda. Lo faccio aspettare, prima di rispondere.
3vilHost: COSA VUOI? UNA COLLABORAZIONE?
DragonGoath: Immagino si possa dire così. Anche se assomiglierà di più a un passaggio di proprietà.
Questa non l’ho capita.
3vilHost: COSA?
DragonGoath: Lo scopritore di una perla come BettyB03, si meriterebbe più fama. So che lo credi anche tu.
Un momento. Cosa sta dicendo?
DragonGoath: Dico che sarebbe divertente se, ad esempio, il padre di Beatrice scoprisse che 3vilHost e Brutal127 sono la stessa persona. E che quella persona sei tu, (…).
Mi chiama per nome.
Non un nickname.
Il mio. Cazzo. Di. Nome.
Merda! No no no NO!
La paranoia mi travolge di nuovo come un’ondata di piena. Come fa a saperlo? È uno scherzo? Una trappola? Ma soprattutto, che cazzo posso fare? Allungo una mano verso il router.
DragonGoath: Troppo tardi, per quello.
Quello cosa?
DragonGoath: Disconnettersi. Spegnere tutto.
Lo squillo improvviso del cellulare sul tavolo, e del telefono fisso dal piano di sopra mi provocano uno spavento così intenso che temo l’infarto. Per poco non stramazzo dalla sedia, gridando come una bambina di sei anni. Guardo il display.
NUMERO SCONOSCIUTO
DragonGoath: Non serve che rispondi. Sono io.
Come hanno cominciato, i telefoni smettono di squillare. Mi guardo intorno. Non mi ero mai accorto quanto questo squallido scantinato illuminato dall’alogena fosse pieno di angoli oscuri, abbastanza grandi da nascondere ogni genere di terrore. Mi viene da piangere. Non so cosa fare e mi viene da piangere.
DragonGoath: Non saresti il primo ne l’ultimo. Dammi retta, fai un bel respiro, cerca di calmarti. Al punto in cui siamo un infarto non servirebbe ne a te, ne a me. Se ti può consolare, non sono della polizia. Anche se, forse, sarebbe meglio. LOL.
LOL?!? Che cazzo c’è da ridere?
DragonGoath: Non sei in grado di cogliere l’ironia della situazione.
Guardo il nastro adesivo nero sulla mia webcam. E comincio a piangere davvero. Come cazzo fa a vedermi? Come cazzo fa a sapere cosa penso?
DragonGoath: Tommaso d’Aquino, Trattato sul Male. Questione 16. Articolo 8. Se i demoni conoscano i pensieri dei nostri cuori. La risposta è sì.
Fisso la tastiera. Mi sembra di aver subito un elettroshock. Ci metto un tempo infinito a riconoscere le lettere. Provo a scrivere.
3vilHost: CHI SEI?
DragonGoath: Conoscere il vero nome di qualcuno ti da potere su di lui. Ma questo lo sai già. Perché nascondersi sotto un nickname, altrimenti? Comunque, tanto per chiarire, non indosso tutine di latex. Forse le farò indossare a te, dopo.
Mi tremano le dita. Una parte di me continua a sperare che si tratti di un complicato scherzo, o che mi sia addormentato sulla tastiera e l’abuso di Red Bull mi abbia precipitato in uno strano incubo lucido. O che sia l’NSA, in qualche modo. Con un satellite, forse.
Dio, fa che sia un satellite.
Scrivo.
3vilHost: CHE COSA SEI?
DragonGoath: Di sicuro non un satellite. Per i lunghi millenni che avete sprecato trascinando le vostre vite da vermi nel fango dell’ignoranza, l’etere è stato soltanto uno spazio concettuale, finché il maglio della tecnologia non ha percosso questa inerte idea elettrica, sprizzando dal colpo la scintilla dell’informatica. Arroganti e stupidi come sempre, avete pensato di aver creato qualcosa, quando in realtà l’avete solo scoperta. Noi eravamo qui, in questo non luogo che chiamate rete, da prima che esistesse. Siamo sempre stati qui, e senza bisogno di aggeggi di plastica e silicio. Vedila un po’ così. È come se tu fossi un palombaro che esplora l’oceano, e noi gli squali. La cosa più bella, è che siete venuti proprio QUI a mostrarvi in tutta la vostra sudicia bassezza. La rete vi conosce meglio di chiunque, e sa di voi cose che non rivelereste a nessuno. Tutto l’odio, l’arroganza, l’invidia. Tutta la triste, inappagata lussuria. Non ti sto giudicando. Sarebbe ipocrita da parte mia. E la menzogna non mi compete. Senza contare che anche io sono così.
Leggo. Riga dopo riga mi rendo conto di avere a che fare con uno strano, abilissimo hacker che non so come mi ha scovato, e che avrebbe un gran bisogno di una betoniera di psicofarmaci. Forse ne ho bisogno anche io.
DragonGoath: Non ti servirebbero a niente, ormai.
Gesù. Gesù Cristo, ma come fa?
DragonGoath: È davvero importante? E comunque non penso che un meschino segaiolo come te possa meritare l’attenzione di qualcuno di diverso da me. Ma è solo una mia opinione. In ogni caso
-È troppo tardi-
Il coro di voci che ringhia, muggisce, bela, e bisbiglia mi colpisce alle spalle come una frustata. Scivola fuori dall’antro delle scale, completando il lavoro cominciato dai telefoni. Grido, sobbalzando con tanta violenza da picchiare le ginocchia sul pianale del tavolo. La Red Bull si rovescia sulla tastiera. Una morsa dolorosa mi attanaglia il petto. Comincio a boccheggiare, come se l’aria fosse troppo densa. L’alogena e le immagini sullo schermo sfarfallano, come per un calo di tensione. Sento odore di tabacco. Non ricordo se è il segnale di un ictus.
-Ti piacerebbe- dice il coro.
Le voci di bestie che gracchiano parole umane raschiano nell’aria come acciaio su una lavagna. Sono più vicine. Rimbombano nella cantina. L’odore è più forte.
Non è vero. Non può essere reale.
Piango sulla mia salute mentale distrutta. Sono impazzito. Non pensavo ci si accorgesse quando succede.
-Che cosa vuoi?- chiedo piagnucolando, senza riuscire a voltarmi.
Le voci mi bisbigliano in entrambe le orecchie
-Niente che non sia già mio-
È troppo. È troppo è troppo è troppo.
Mi lascio andare. E. Cado.
La bibita al sapore di cicca masticata ha reso la tastiera lucida e appiccicaticcia. Come se non fosse già abbastanza lurida. Restando in tema di sporcizia, 3vilHost si è pisciato nelle brache senza neppure rendersene conto. Che schifo. Si può dire una degna conclusione per qualcuno che abbia dato più importanza al pene di qualunque altra parte del proprio corpo. E comunque questo inconveniente non fa altro che anticipare l’inevitabile necessità di una bella doccia. Tolgo il nastro adesivo dalla webcam, e mi guardo nella finestra video. Tutto considerato, non male. Ma forse sono troppo affascinato dagli occhi di colore diverso.
Uno verde, l’altro rosso.
Colpa mia. Qualcuno lo definirebbe una texture non applicata. La correggo tornando all’innocuo marrone originale.
Così va meglio.
Leggo le stringhe di programmazione di SlutShamer. E aveva il coraggio di definire PleasureDome54 dozzinale. Uno dei tanti miglioramenti da apportare.
Per il momento mi concentro sulla mia nuova identità. Lo faccio sempre, con tutti miei corpi, o nodi di rete che dir si voglia. In questo caso poi è particolarmente necessario. 3vilHost è un nome ridicolo. Credo che sceglierò CrownedBull. Chi mi conosce, capirà.
Ora è il momento per la doccia. Voglio guardarmi un po’ nudo, e usare il bagno è un buon modo di prendere possesso di una nuova casa. Lascio che SlutShamer lavori da solo. Il bello dell’informatica. Queste macchine diventano sempre più autonome. Spengo la luce, e mi avvio su per le scale. In sottofondo, per tutto il tempo, mi godo il pianto e le urla sconnesse di 3vilHost, una eco interminabile che rimbomba nella mia testa, mescolata al coro degli altri, in tutte le mie teste. È bello sapere che, ovunque vada, mi terranno compagnia per l’eternità.
Horror molto accattivante, si vede che è stato partorito da una mente esperta
Molto bello questo testo ho letto con piacere.
Letto veloce devo dire a me non ha sconvolto ,quindi piacevole
Inquietante, disgustoso, affascinante. Dopo aver letto tutto questo, vedi il PC e te stesso con occhi diversi. Bravo.
Bellissimo mi è piaciuto molto 🤗
Grazie mille! Sempre incoraggiante! 👍
Una cronaca puntuale.
Una riflessione dettagliata.
Un capitolo da rivedere ed ampliare in un contesto cibernetico-letterario.
La realtà tecnologica e’ questa.
Notevole. Coraggioso, emozionante e molto ben scritto. Particolarmente riuscita la fusione stilistica fra orrore classico e contemporaneo. Un pezzo da leggere e ricordare. Grazie
Ti ringrazio molto. Davvero incoraggiante. Prova a leggere anche gli altri racconti! Magari trovi altro di tuo gradimento 😁
Questo racconto mi è piaciuto tantissimo. Da giovane donna non posso dire di non essere rimasta indifferente dal rapporto del protagonista con la pornografia, tocchi un tema delicato e attuale. Penso che sia un racconto ben riuscito per il fatto che sei riuscito a caratterizzare , perfettamente, il protagonista nell’intreccio degli eventi e delle interazioni. I miei complimenti!
Ti ringrazio molto. L’argomento è parecchio scomodo e temevo che potesse risultare eccessivo proprio a causa della caratterizzazione del protagonista. Ho scritto anche un romanzo, su un argomento altrettanto attuale e spinoso (la tratta di esseri umani), ed è incoraggiante ricevere commenti come il tuo.
[ #Gold ] vecchietto ha donato 2 oro per questo post.
Grazie mille per il sostegno! Da una penna come la tua vale doppio!
Tra Umberto Eco e un flusso irrefrenabile di situazioni agitate sature di riminiscenze; tra problematiche medioevali e il gergo tecnologico dei videogiochi.
Bellissimo commento! Anche solo nominare Eco mi lusinga fin troppo! Molte grazie.
Bella e originale ambientazione per questa storia “demoniaca”. Forse la terminologia tecnica può risultare un poco ostica ma, per quanto mi riguarda, ci sta più che bene. Infine, l’idea che in certe pieghe del web si nascondano oscure presenze non è poi così campata in aria. Complimenti.
Magari non sono demoni, ma in internet a volte ci si imbatte in personalità davvero oscure, che purtroppo riescono pure a fare danno. Credo che sia stato uno degli spunti d’ispirazione. Grazie per il commento e il Like!
Veramente ben scritto e avvincente. Mi sono persa nel linguaggio web, che vuoi, l’eta’…ma di nuovo, bel rcconto. Amo il linguaggio dirty e colloquiale.
Ti ringrazio molto! Ero titubante proprio per il linguaggio duro.
Per me è’ all’ordine del giorno. Lo definirei classico 😂
[ #Gold ] Alcano ha donato 3 oro per questo post.
Notevole questo tuo racconto, mi piace l’idea finale del demone (perché questo credo sia) nell’etere. Più alla Poe che alla Lovecraft lo stile, ottocentesco e raffinato seppur assolutamente tecnologicamente all’avanguardia ( due avverbi insieme…sto impazzendo!). Non mi sarei aspettato di meno da te, complimenti!
Grazie per la fiducia e per l’oro! Sì ci hai visto giusto, è un demone. In realtà uno di quelli famosi. Nelle intenzioni dovrebbe essere Asmodeo. Ho provato a disseminare indizi (gli occhi diversi, i nickname che usa in rete, l’odore di tabacco sul finale), ma in effetti sono un po’ troppo vaghi. Anche i riferimenti al mondo del Deep web lo renderanno forse ostico per alcuni. Lieto che tu abbia colto e apprezzato.