Salve,mi chiamo Andrea e ho scritto questa riflessione su mia madre in occasione del suo ultimo viaggio del 11/05/2022.
Quando nella sua ultima ospedalizzazione, mi prese una mano e con gli occhi mi disse quanto mi amava, finché il suo sguardo non divenne nebbia e la vita uscì da lei. C’è unaragione per ogni cosa, mi hanno detto. Anche alla morte c’è una ragione. E anche all’amore perduto. Se la morte ce lo porta via rimane sempre un amore. Assume una forma diversa, nient’altro. Non puoi vedere la persona sorridere, non le porti da mangiare, non le arruffi i capelli… Ma quando questi sensi si indeboliscono, un altro si rafforza. La memoria. Essa diviene tua compagna. Tu l’alimenti, tu la serbi, ci danzi assieme. La vita deve avere un termine, l’amore no. E il mio amore per te, cara mamma, non finirà mai: continuerei a gridarlo dovesse finire il mondo. C’è qualcosa nella perdita di una madre che è permanente e inesprimibile – una ferita che non guarirà mai del tutto, perché le persone non smettono mai di mancarci. Impariamo soltanto a vivere tenendoci dentro, in qualche modo, l’enorme abissale vuoto lasciato dalla loro assenza. La morte della madre non è paragonabile alla morte dell’uomo/donna che amavi: è l’anticipo della tua morte. Perché è la morte della creatura che ti ha concepito, portato dentro il ventre, regalato la vita. E la tua carne è la sua carne, il tuo sangue è il suo sangue, il tuo corpo è un’estensione del suo corpo: nell’attimo in cui muore, muore fisicamente una parte di te o il principio di te, né serve che il cordone ombelicale sia stato tagliato per separarvi. Essere figli, infatti, è un privilegio che solo quando ti viene sottratto dalla vita comprendi perché è facile cadere nelle malinconiche assenze di volti, voci e abbracci che ti hanno fatto grande… anche se faresti di tutto per tornare bambino e ritrovarlo ancora lì quell’abbraccio con cui stringevi tutto il tuo mondo.
Adesso sono solo, dopo la scomparsa di mio padre nel 2014 eravamo rimasti io e mia madre invalida totale. Mi sono preso cura di lei anche dopo le numerose ospedalizzazioni, fino alla fine.
E come disse Edmondo de Amicis :
“Tu avevi ieri una madre in terra: oggi hai un angelo altrove. Tutto ciò che è bene sopravvive, cresciuto di potenza, alla vita terrena. Quindi anche
l’amore di tua madre. Essa t’ama ora più che mai”
Grazie di tutto Mamma
Andrea
Comprendo, ahimé. Un vuoto non colmabile.
Comprendo il desiderio di voler condividere con altri il dolore, è un lenitivo, Fatti forza,
Toccante e profonda buon proseguimento complimentandomi per lo scritto.
Molto bella e profonda la tua riflessione, un caro saluto
Mi è piaciuta la tua frase che la morte della madre è anticipo della propria morte. In effetti è un pensiero profondo e condivisibile.
Non sono d’accordo con E. De Amicis che era un cristiano della sua epoca e quindi credeva nella vita oltre la morte e gli angeli. Io penso che dopo ci sia il nulla, e la mutazione in polvere dei corpi.
Condivido, aimè, il tuo pensiero sul post mortem.