Un giorno mi alzai scoprendo che la mia faccia non c’era più. Al suo posto c’era un disco che proiettava ciò che c’era nella strada sotto casa mia. Ma se andavo in altri specchi, vedevo altri scorci. Mi feci fotografare e in effetti, ancora niente faccia: un disco vuoto. Chiesi cosa ci fosse a un tipo che conosco e pensavo si spaventasse:
– Scemo, c’è la tua faccia. Cosa ci deve essere?-
Ma io non la vedevo, e già mi stavo scordando quasi come fosse fatta.
Un giorno vidi qualcosa che fu poi riferito al Tg. Così scoprii che ero in pratica un veggente! Potevo aiutare la gente? No, perché non riconoscendo i posti, mi toccava vedere senza potere avvertire i malcapitati. Un vero strazio.
Così per un po’ non volli specchiarmi.
Finché ho incontrato te. Mi hai detto:
– Guardati. Cosa c’è che non va? –
– Non ho la faccia.-
– Credi? Non capisco che vuoi dire.
C’è. Guardati.-
Mi guardai e in effetti c’era, il mio volto.
Tornato. Proprio come dovevo ricordarlo.
Quello che ora seguirà sarà semplice come questo…
…ma tocchiamo i piedi per terra, e ci spostiamo in un territorio…
…doppio, che è quello dei paesaggi toscani, e quello dei sentimenti
Immaginate la storia tra un quarantenne e una trentenne,dove lui ha forza e lei energia…
Eppure lui fa lo sbaglio madornale di fare passare troppo tempo, facendo estraniare lei che eppure lo ricorda bene e non sa se abbracciarlo o sgridarlo…