L’uomo che collezionava scimmie e altri animali,Pompeo Strudel, si incontrò con Gervasia Graziosi una bella ragazza fissata col potere delle banane. Si inchiostrò un ghirigoro sul mento come fosse un tatuaggio e vociò con la sua bella vocina tante frasi un po’ sciocche,ma venute dalla sua fantasia,senza che qualcuno gliele inculcasse. Pompeo la portò qua e là finché lei non si fermò alla Taverna dei Vini dove si ubriacò e da ubriaca disse tante cose sceme. E si pisciò sotto. Pompeo voleva rassicurazioni sul fatto che stesse bene ma nessuno gli disse niente.
Quindi partì per il Messico dove incontrò la bella contadina Maria Avril, diciottenne, che lo fece stare bene. Se la fece! La interruppe durante un lavoro,e la fece stendere a terra dove…beh,si divertì con lei. Diciotto anni, lui 47, wow…che ben godere! Solo chi va con le giovani dai 15 ai 30 anni circa sa che va dentro un bel mondo.
Pompeo però voleva rivedere Gervasia, perché era bene farsi anche lei. Innamorato, se la fece,ma per riconquistarla non fu facile. Quando le cose andarono male, tornò in Sudamerica e si fece un sacco di ragazzette. Ma mai senza averci parlato prima perché tutte queste giovani per strada…sentire le loro storie…si davano a chiunque perché chi non aveva casa, chi non più che poco cibo…non era bello andare con tutte se le loro storie erano disperate.
Ma non se le fece certo sfuggire,Pompeo.
Il Sudamerica è terra di ragazze precoci nel fare certe cose; perdere questo paradiso sarebbe stato sciocco. Deriso per il suo body count imbarazzante,Pompeo si rifece in questa sua seconda vita. Rivide Maria,e ancora ci fece roba.
Che vita,farsi tante ragazze! Una bella vita.
Ma bisognava anche anche andare avanti nella vita per non finire tipo Bukowski nei peggiori locali della città.
Vendette un sacco dei suoi animali,fino a restare senza di essi.
Gervasia cantò allora l’Inno delle Banane:
“UH UH UH La scimmia agita le braccia e si gratta sotto le ascelle! Ma io sono tra le ragazze belle! Faccio la scema ma per gioco: tutta scena,dura poco! Viva la banana,me la mangio nella tana, viva la via facile, che quella lunga troppo si prolunga…”
E così via,l’inno della banana continuava ma non ricordo le parole. Ricordo che quella ragazza era bellissima. Era spumeggiante.
Solo che Pompeo era preoccupato che bevendo vini forti e fumando prima o poi restasse senza voce, e indebolita. Mentre voleva rivederla sana e in forma. Come la vide la prima volta.
Intanto Ambrogio Bollo si sedette in piazza e cantò l’Inno della Città:
” Qui per queste mura si pisciava sui mattoni
finché misero una multa e ora la si fa’ la pipì ma dove non si viene a dire
queste strade han visto camminare bella gente
ma anche una gran folla perdente
se uno giorno sarai nullatenente
guarda indietro e ricorda
che ti sei stretto tu al collo la corda!”
A Pompeo non piaceva questa canzonaccia.
Si sposò Gervasia, o ci convisse. Ma la vita non sempre era facile. Infatti, accaddero altri fatti. Ma di essi non dico niente, perché non ne so.
Bello è piacevole leggere,alla prossima.
Il prossimo racconto spero faccia il botto…
È molto comico e parla di cose assurde ma vere
Scritto veloce e spero bene dovrebbe piacere a chi non disdegna contenuti spicy
Ma la cosa importante è che io scopi, perché il tempo passa e l’amore non porta a molto
Ma la cosa più importante è che si tengano vicine un poco le persone volute.